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domenica, 7 Settembre, 2025
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Auto, Filosa (Stellantis): regole Ue vanno cambiate velocemente

Roma, 7 set. (askanews) – “Il dialogo strategico è molto utile, ma ora è fondamentale agire con urgenza. Non c’è più tempo per ritardi”. Lo dice il numero uno di Stellantis, Antonio Filosa, parlando del confronto in corso tra gli industriali del settore automotive e le istituzioni europee. Filosa, intervistato dal Sole 24Ore, lancia l’allarme sull’urgenza di modificare le regolamentazioni dell’Unione per rilanciare la produzione e il mercato. “Stiamo parlando semplicemente – spiega – del futuro dell’automotive in Europa, che dipende soprattutto dalle Regolamentazioni. Ho incontrato in queste ore alcuni colleghi e il presidente di Acea, l’Associazione che rappresenta le case produttrici europee. In quello che la Commissione europea chiama Strategic Dialogue, come protagonisti del settore stiamo arrivando ad un punto comune, particolarmente importante per me: è ottimo avere un dialogo con la Commissione e con le istituzioni europee, ma adesso serve passare velocemente alle Strategic Actions. Non abbiamo più tempo. L’Europa dell’auto valeva circa 18 milioni di immatricolazioni prima del Covid, ora non arriva a 15 milioni. Tre milioni di auto in meno equivalgono al mercato italiano e spagnolo messi insieme, persi in cinque anni. Questo vuol dire sofferenza per i player industriali ma anche per tutta la rete dei fornitori che ci supporta e per i concessionari”.

“La prima emergenza – afferma – è quella dei Light Commercial Vehicles. L’anno scorso, in un’industria già in declino, il comparto ha immatricolato in Europa due milioni di unità, quest’anno ne perderemo 350mila, che in teoria sono l’equivalente di due stabilimenti e 50mila posti di lavoro, se si considera l’intero settore e l’intera filiera industriale. Ma la soluzione c’è, perché questo declino è dovuto soprattutto alle regolamentazioni che sono oggi in essere e che impongono ai produttori di vendere alti mix difurgoni elettrici, che in questo momento il mercato non vuole, per motivi semplici. Perché, ad esempio, i costi di gestione per un furgone elettrico sono sempre molto alti, di conseguenza l’industria perde volumi e rischia impatti sociali importanti. Il primo appello che attraverso Acea faremo è di porre tra le azioni più urgenti quella di rivedere i target e i tempi dei target per il settore dei veicoli commerciali leggeri”.

Per le auto invece, come è necessario correggere la strategia europea? “Anche in questo caso – dice ancora il manager – i target non sono realistici e vanno affiancati a una serie di misure di flessibilità. A cominciare dal rinnovo del parco auto circolante. In Europa contiamo 230-240 milioni di unità, con un’età media di 12 anni. Una politica europea che favorisca la sostituzione delle vetture più anziane con vetture nuove e con una maggiore scelta di motorizzazioni darebbe maggiori benefici sulle emissioni di CO2 globali di quanto riesce a fare soltanto il mercato annuale di auto nuove. Si tratta di agire su un mercato molto più ampio rispetto ai circa 15 milioni di auto immatricolate in un anno in Europa. La seconda flessibilità riguarda precisamente la neutralità tecnologica che considera non soltanto le vetture a più alta intensità di elettrificazione, ma anche altre motorizzazioni ibride o range extended. Riconosciamo la positività del dialogo con la Commissione europea, dunque, ma non vediamo ancora – conclude Filosa – l’urgenza necessaria per quanto riguarda le azioni strategiche e vogliamo sensibilizzare la Commissione su questi temi”.