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Banche, la procedura Ue contro l’Italia per le norme su Golden Power

Bruxelles, 21 nov. (askanews) – La Commissione europea ha deciso oggi di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di messa in mora all’Italia in merito alla normativa cosiddetta “Golden Power” (Decreto Legge 21/2012, modificato e prorogato nel 2021 e nel 2022), che conferisce al governo italiano ampie prerogative per esaminare, bloccare o imporre condizioni alle operazioni societarie nel settore bancario.

La messa in mora, primo stadio della procedura comunitaria d’infrazione, riguarda il mancato rispetto del regolamento sul Meccanismo di vigilanza unico (Regolamento Ue n. 1024/2013 del Consiglio), della direttiva sui requisiti patrimoniali (Direttiva 2013/36/Ue), nonché degli articoli 49 e 63 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

La Commissione ha espresso “preoccupazione” riguardo alla normativa italiana sui “Golden Power” perché, spiega l’Esecutivo comunitario in una nota, “pur essendo intesa a salvaguardare la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico, tale normativa, così come applicata dalle autorità italiane, rischia di consentire interventi ingiustificati per motivi economici, che compromettono i principi di libertà di stabilimento e di libera circolazione dei capitali all’interno del mercato unico”. Inoltre, si aggiunge nella nota, “la normativa italiana si sovrappone alle competenze esclusive della Banca centrale europea nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico”.

L’Italia, che ha ora due mesi di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora e porre rimedio alle carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un “parere motivato”, il secondo passaggio della procedura d’infrazione, che può preludere, in caso di una nuova risposta considerata insufficiente, a un ricorso in Corte europea di Giustizia contro l’Italia.

Va chiarito, tuttavia, che la lettera di costituzione in mora della Commissione, che è in capo alla Direzione generale della Stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali (Dg Fisma), di cui è responsabile la commissaria Maria Luís Albuquerque, riguarda solo la legislazione italiana sul “Golden Power” e non è rivolta a un caso specifico di applicazione della legge stessa. Non riguarda quindi, in particolare, il caso dell’Offerta pubblica di scambio (Ops) che Unicredit aveva lanciato su Banco Bpm, e che è stata bloccata dalle autorità italiane ricorrendo, appunto, al “Golden Power” previsto dalla normativa in questione.

Sul caso specifico della tentata operazione Unicredit-Banco Bpm i servizi della Concorrenza della Commissione (Dg Comp), di cui è responsabile la vicepresidente esecutiva Teresa Ribera Rodriguez, hanno ancora in corso un’altra indagine parallela, relativa all’eventuale violazione dell’articolo 21 del Regolamento Ue sulle fusioni.

“Il 14 luglio – ha ricordato oggi a Bruxelles la portavoce della Commissione Arianna Podestà, rispondendo ai giornalisti durante il briefing quotidiano per la stampa – avevamo espresso le nostre preoccupazioni preliminari in merito all’esercizio della legislazione sul ‘Golden Power’ in una specifica operazione, ai sensi dell’articolo 21 del regolamento sulle concentrazioni. Il governo italiano ha risposto a queste preoccupazioni e stiamo ora valutando la posizione dell’Italia e altri sviluppi, considerando possibili prossimi passi”, sempre ai sensi dell’articolo 21 del regolamento sulle concentrazioni.

“In effetti – ha puntualizzato Podestà -, si tratta di casi separati. La decisione odierna riguarda la normativa ‘Golden Power’ in sé, senza alcun riferimento specifico ad alcun caso, mentre l’articolo 21 del regolamento sulle concentrazioni è una procedura separata e in quel caso non abbiamo preso alcuna decisione”.

La decisione odierna sulla messa in mora dell’Italia fa seguito all’avvio, il primo aprile di quest’anno, di una procedura “Eu Pilot”. Si tratta di una sorta di dialogo preliminare, con cui la Commissione mira a evitare, se possibile, l’apertura di una vera e propria procedura d’infrazione, chiedendo spiegazioni e chiarimenti allo Stato membro interessato.

“L’Italia – ha ricordato ancora Arianna Podestà – aveva risposto al nostro dialogo ‘Eu Pilot’, ma avevamo ritenuto che la risposta del governo italiano non rispondesse in modo adeguato alle nostre preoccupazioni ed è per questo che ora abbiamo inviato questa lettera di costituzione in mora. Naturalmente – ha aggiunto -, rimarremo in stretto e costruttivo contatto con le autorità italiane, e pertanto attendiamo ora con impazienza la loro risposta entro il termine di due mesi, che è sempre previsto” in questi casi.

“In effetti – ha detto ancora la portavoce -, si tratta di due filoni separati, e lo abbiamo sempre detto. Questa decisione odierna – ha ribadito – si riferisce alle preoccupazioni che stiamo sollevando sulla cosiddetta legislazione sul ‘Golden Power’, ovvero il decreto legge 21-2012, modificato e prorogato nel 2021 e 2022”. E ha aggiunto: “Separata, come dicevo, è la procedura ai sensi dell’articolo 21 del Regolamento Ue sulle concentrazioni, e in merito non è stata presa alcuna decisione”. Su questo punto “stiamo valutando la risposta dell’Italia alle preoccupazioni che avevamo sollevato in estate. Quindi, questioni separate, procedura separata. La decisione odierna – ha concluso – non riguarda alcun caso specifico.