Roma, 18 dic. (askanews) – Lo scorso anno sono state eliminate dai bilanci delle banche italiane posizioni a sofferenza per circa 6 miliardi. Il dato, pari a circa 1,4 volte il valore dei nuovi ingressi, è inferiore al 2023 in termini sia assoluti (9 miliardi), sia di incidenza percentuale sulle sofferenze in essere alla fine dell’anno precedente (37% contro il 44%). Lo riporta la Banca d’Italia, aggiungendo che la riduzione rispetto al 2023 è stata determinata principalmente dalle minori cessioni (passate da 5 a 3 miliardi) ed è riconducibile al progressivo ridimensionamento delle consistenze, che ha ridotto le esigenze di cessioni massive.
Le strategie di gestione dei crediti deteriorati sono ora basate su un contributo più equilibrato delle diverse leve gestionali, prosegue Bankitalia nell’ultima Nota sulla stabilità finanziaria: l’ammontare delle posizioni chiuse internamente è risultato equivalente a quello delle cessioni sul mercato (3 miliardi).
I dati aggiornati sui tempi di smaltimento delle sofferenze confermano i progressi conseguiti negli ultimi anni, si legge, attribuibili sia alla riduzione delle consistenze che ai miglioramenti degli intermediari nella gestione di questi crediti: la quota delle posizioni chiuse entro tre anni dalla classificazione a sofferenza è pari all’87% (88% nel 2023). Le cessioni di inadempienze probabili si sono mantenute stabili, pari a circa 4 miliardi.

