Roma, 17 ott. (askanews) – Si riduce la crescita delle retribuzioni in Italia. “In primavera, l’incremento delle retribuzioni contrattuali nel settore privato non agricolo si è attenuato, al 3,2 per cento nel secondo trimestre su base annua, dal 4,4 del periodo precedente”. E “in un contesto di debolezza ciclica, le retribuzioni orarie di fatto hanno continuato a salire, ma a tassi inferiori (al 2,8 per cento, dal 4,1)”. Peraltro “in termini reali, le retribuzioni contrattuali di fatto erano ancora al di sotto dei valori del secondo trimestre del 2021 (del 6,9 e dell’8,5 per cento, rispettivamente), mentre nell’area dell’euro quelle effettive avevano quasi completato il recupero”. Lo rileva la Banca d’Italia nell’ultimo Bollettino economico.
Secondo l’istituzione di Via Nazionale, “l’indebolimento della dinamica salariale, che ha interessato sia la manifattura sia i servizi, ha contribuito a contenere l’aumento del costo del lavoro per unità di prodotto. Il rallentamento delle retribuzioni contrattuali è proseguito nei mesi di luglio e agosto (al 2,6 per cento) e si estenderà anche alla seconda metà dell’anno sulla base degli accordi in vigore. La dinamica complessiva dipenderà però anche dalle trattative in corso, in particolare quella relativa al comparto metalmeccanico, il cui contratto, scaduto a giugno dello scorso anno, interessa quasi l’80 per cento dei lavoratori in attesa di rinnovo nel settore privato non agricolo”.