Roma, 9 set. (askanews) – Riflettori puntati sul direttorio della Banca centrale europea giovedì. Alle 14 e 15 verranno pubblicate le decisioni sui tassi di interesse, per cui le attese prevalenti sono sul mantenimento dei livelli attuali: 2% sul principale riferimento del costo del danaro nell’area euro (che resta il tasso sui depositi delle banche presso la stessa Bce).
Una posizione che, secondo alcuni osservatori, serve anche a tutelarsi dal rischio di eventuali mortificanti cambi di rotta se il quadro, altamente incerto, dovesse repentinamente evolversi in maniera imprevista, con una risalita delle pressioni inflazionistiche. Nello scenario opposto, riavviare i tagli dei tassi sarebbe molto meno imbarazzante.
Ad ogni modo, l’istituzione monetaria aggiornerà anche le sue previsioni su crescita economica e inflazione. E generalmente gli analisti si attendono marginali ritocchi, a riflesso del rafforzamento dell’euro e dei livelli previsti dall’accordo politico sui dazi commerciali tra Ue e Usa.
Alle 14 e 45 la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. L’attesa dominante è che ribadisca che al livello attuale dei tassi la Bce si trova “in una buona posizione” per attendere e soppesare gli sviluppi futuri dell’economia.
Potrebbe essere anche bersagliata di domande sulla sua madrepatria Francia, dopo la sfiducia al governo Bayrou. Già in passato i rialzi dei tassi erano stati oggetto di interrogativi alla presidente sul possibile ricorso agli strumenti anticrisi della Bce. Lagarde aveva escluso queste ipotesi ed è probabile che ribadisca questa posizione. Al 3,48% oggi, sulla scadenza decennale, i rendimenti dei titoli di Stato francesi sono lontani da livelli da poter ritenere allarmistici.
In Francia in queste situazioni Lagarde viene spesso considerata una sorta di possibile “riserva” della Repubblica. Sia come premier, sia come possibile futuro candidato presidente per il dopo Macron, per cui dovrebbe anticipare di qualche mese la conclusione del suo mandato alla Bce (ottobre 2027).
Tornando alla linea monetaria, “la Bce dovrebbe mantenere una posizione cauta”, afferma in una nota François Rimeu, del Crédit Mutuel AM”. Secondo Nadia Gharbi, economista di Pictet Wealth Management la Bce intende “preservare la massima flessibilità”. Le revisioni sulle stime “dovrebbero essere di entità ridotta e rifletteranno principalmente l’aggiornamento delle ipotesi tecniche (un euro più forte e prezzi dell’energia più bassi), le ipotesi fiscali (in particolare per quanto riguarda i piani di bilancio della Germania) e dell’accordo commerciale Ue-Usa”.
“La Bce vorrà preservare il margine di manovra della politica convenzionale e mirerà a ridurre al minimo il rischio di dover invertire la rotta poco dopo aver raggiunto il tasso terminale”, osserva Konstantin Veit, Portfolio Manager di Pimco. Resta in piedi l’ipotesi di una ulteriore futura limatura ai tassi ma al tempo stesso “riteniamo più probabile che il ciclo di tagli sia già concluso con l’attuale tasso del 2%”, aggiunge.
Possibili domande a Lagarde anche sui cambi dell’euro, i cui rafforzamenti rendono più difficoltose le esportazioni – per i paesi Ue dell’area valutaria – già frenate dai dazi commerciali. Gli apprezzamenti della valuta unica riflettono i nuovi cali del dollaro innescati dall’aumento delle aspettative di tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve (il cui direttorio si svolgerà il 16 e 17 settembre) dopo gli indebolimenti dei dati sul mercato del lavoro negli Usa.
“Un taglio dei tassi nella prossima riunione della Fed è ormai cosa fatta”, afferma Stephanie de Torquat, economista di Axiom Alternative Investments. L’incertezza, “se ce n’è”, riguarda la sua portata: l’ipotesi un taglio più consistente di 50 punti base (come quello elargito dalla Fed all’allora presidente Usa Joe Biden poco prima delle presidenziali, che perse a favore di Donald Trump) “sembra molto improbabile”, dice Torquat. I dati sull’inflazione Usa di questa settimana “saranno importanti per determinare il ritmo dei tagli futuri e la probabilità di interventi più consistenti”.