Roma, 3 giu. (askanews) – Domani e giovedì mattina torna a riunirsi il Consiglio direttivo della Bce, sul quale l’attesa, praticamente unanime, è di un nuovo taglio ai tassi di interesse da 0,25 punti percentuali, accompagnato, con ogni probabilità, da nuove revisioni al ribasso delle previsioni di crescita economica per l’area euro.
Il direttorio, presieduto da Christine Lagarde, include tutti i governatori di banche centrali nazionali dell’unione valutaria. Eurolandia si trova in un quadro di persistente incertezza su quella che sarà la portata definitiva dei dazi commerciali dell’amministrazione Trump, così come delle relative rappresaglie che la Commissione europea deciderà per conto dei paesi Ue.
In questo modo permane una incognita molto rilevante sulle previsioni che verranno formulate. Tuttavia è abbastanza condivisa l’attesa di effetti negativi sulla crescita economica, si tratta semmai di verificarne la portata. Sull’inflazione le aspettative sono più sfumate, la stessa Bce ha ripetutamente parlato di possibili spinte bivalenti sul carovita, sebbene per il breve periodo l’effetto negativo in termini di crescita dovrebbe implicare un chiaro impatto deflazionistico nell’eurozona. Anche i rafforzamenti dell’euro, che ieri è risalito in prossimità dei massimi da quasi tre anni, hanno effetti deflazionistici.
Le decisioni sui tassi verranno comunicate giovedì alle 14 e 15. Attualmente il riferimento chiave resta il tasso sui depositi presso la stessa Bce, che all’ultima riunione era stato abbassato sempre di 25 punti base al 2,25%. Il nuovo rallentamento dell’inflazione media dell’area euro, all’1,9% a maggio, al di sotto dell’obiettivo ufficiale della stessa Bce (2%, ma che è sul medio termine) non può che rafforzare l’attesa di un taglio. Mezz’ora dopo l’annuncio delle decisioni, Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa.
C’è però un altro argomento su cui la presidente potrebbe ricevere insistenti domande o richieste di chiarimenti da parte dei giornalisti: le continue indiscrezioni di stampa su una sua possibile uscita anticipata dalla Bce, per rilevare la presidenza del World Economic Forum, da cui si è dimesso il fondatore Klaus Schwab dopo una serie di controversie seguite a accuse anonime di malversazioni.
In una recente intervista, lo stesso Schwab ha riferito di aver discusso con Lagarde l’ipotesi che rilevi la presidenza del Consiglio dei fiduciari (Board of Trustees) del Wef da inizio 2027, diversi mesi prima della scadenza del suo mandato alla Bce (novembre di quell’anno).
Finora, interpellati su queste ipotesi, dalla Bce hanno risposto che Lagarde è impegnata a completare il suo mandato. Potrebbero comunque venire sollevati interrogativi anche sul semplice fatto – a voler dar credito a Schwab – che mentre svolge il ruolo di presidente di un organismo così importante come la Bce, Lagarde si sia messa a negoziare incarichi successivi presso organizzazioni private.