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lunedì, 20 Ottobre, 2025
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Bce, Schnabel: in Europa banche troppo influenti su Unione mercati

Roma, 20 ott. (askanews) – Isabel Schnabel, componente del Comitato esecutivo della Bce punta il dito contro quella che sostiene essere una “eccessiva capacità di influenza delle banche in Europa” sulla decisioni riguardo all’Unione dei mercati dei capitali. E, più indirettamente, contro il numero eccessivo di imprese troppo piccole, su cui peraltro ha preso come esempio, anche se non in termini negativi, il caso italiano e di Milano in particolare.

Sui progressi rilento del progetto per l’Unione dei mercati, “do una spiegazione che è che tutto quello che succede sui mercati finanziari in Europa è molto spinto dalle banche. Le banche hanno un potere così forte sulle politiche europee che il primo progetto che verrà portato avanti nell’unione dei mercati dei capitali è quello sulle cartolarizzazioni”. Mentre secondo Schnabel “ha relativamente poco a che fare” con la necessità di reperire finanziamenti per startup e capitale di rischio sull’innovazione.

“Questa è una questione rilevante – ha sostenuto -: le banche sono troppo influenti su questi processi”. Mentre gli operatori di “venture capital” o simili “non hanno una voce paragonabile”. Schnabel, che parlava in occasione di una conferenza sulla macroeconomia, è conosciuta per essere tra coloro che spingono per una linea più intransigente sulla politica monetaria della Bce.

Inoltre “ho imparato che molto dipende dalla tassazione. C’è una enorme distorsione fiscale in Europa dovuta alla tendenza ad avvantaggiare il debito e sfavorire le azioni. Penso che questa sia una grande questione che potrebbe essere risolta e che farebbe la differenza”. (E non sarebbe positivo per le banche, ha detto, incalzata su questo punto dall’intervistatrice).

Secondo Schnabel, in generale nella Ue è sbagliato fissarsi sulla “percentuale del rapporto Draghi attuata”. Ci sono tantissime raccomandazioni nel rapporto, “forse troppe. Penso che servirebbe identificare quali siano quelle che cambierebbero veramente le cose, quali sono quelle che contano davvero e focalizzarsi su quelle. Per fare tutto ci vuole l’eternità”. Invece spingere sui “cinque progetti chiave, tra cui per me ci sta il 28º regime: se riesci a fare i cinque progetti chiave sarebbe enorme”.

Infine, sull’assenza di imprese giganti equivalenti a quelle Usa, “un paio di settimane fa stavo a Milano e stavo passeggiando nel centro. E’ molto bello perché hai tutti questi piccoli negozi che, fondamentalmente, in Germania sono spariti. Ovviamente probabilmente questi negozi non sono enormemente produttivi, ma ci piacciono lo stesso”. Ma “il 30% delle imprese dell’area euro ha meno di 10 addetti e 50% delle imprese hanno meno di 50 addetti. Stiamo parlando veramente di imprese piccole”, ha rilevato.