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lunedì, 24 Novembre, 2025
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Calcio, il derby è del Milan. Allegri: "Meritato"

Roma, 24 nov. (askanews) – All’appuntamento si sono presentati in due: Pulisic e Maignan. Ornella Vanoni, se fosse stata lì, li avrebbe presi sottobraccio e portati a bere un tè caldo, ricordando quando cantava proprio da quelle parti. Il Milan piega l’Inter 1-0, si porta a due punti dalla Roma e allunga la serie positiva nei derby: sei risultati utili consecutivi, quattro vittorie e due pareggi. Sono passati 580 giorni dall’ultima sconfitta contro i nerazzurri, quel 22 aprile 2024 in cui la squadra di Inzaghi cucì la seconda stella sul petto. Tempi diversi: oggi l’Inter incassa la terza sconfitta in quattro big match e si ritrova a dover riflettere.

La partita si decide sulla transizione, la parola chiave del derby. Il Milan sfrutta al meglio la prima vera occasione al 54′. Sommer rinvia, Calhanoglu tenta un controllo di petto troppo presuntuoso e perde il pallone. Fofana legge la situazione, scambia con Leao e lancia Saelemaekers a destra. Il belga calcia, Sommer ci arriva ma respinge corto: Pulisic è il più rapido di tutti, anticipa Akanji e infila in rete il suo quinto gol stagionale, il terzo proprio contro l’Inter.

Il momento che fa tremare San Siro arriva poco dopo con il rigore sbagliato da Calhanoglu. Anche questa volta, come un anno fa contro il Napoli, il turco calcia sotto la Nord e Maignan, in versione “Magic”, gli dice di no. Il fallo nasce da un classico “step on foot” di Pavlovic su Thuram, ma la parata pesa come un gol. È il punto più alto di una prestazione da leader: tre interventi decisivi, due nei primi minuti su Thuram e Lautaro, uno sul palo, e poi il rigore.

La vittoria nasce da un Milan solido e cinico, quasi scolpito da Allegri. La squadra morde le caviglie, chiude le linee, sfrutta ogni transizione utile e si affida a un portiere che sembra in missione. Bartesaghi contiene, Pavlovic marca a uomo e sbaglia solo nell’azione del penalty, Modric gestisce e trova persino lo spunto per un allungo su Acerbi. Saelemaekers attacca con intelligenza lo spazio lasciato da Dimarco, mentre dall’altra parte Barella è il nerazzurro che resiste più a lungo. Carlos, schierato al posto di Dumfries, non incide come previsto; Diouf entra con buon piglio, ma non basta.

L’Inter colpisce due pali e si scontra contro un portiere in serata di grazia, ma i numeri dei big match raccontano molto: una sola vittoria, contro la Roma, e tre sconfitte. Una tendenza che ricorda quella dell’anno scorso e che lascia aperte domande difficili.

Allegri festeggia la sua centesima vittoria da allenatore del Milan e lo fa con un sorriso largo. «Sorridevo perché è una bella vittoria» racconta, spiegando come la squadra fosse un po’ bloccata all’inizio ma poi abbia trovato il ritmo giusto. Insiste sulla necessità di sfruttare di più Saelemaekers, perché lo spazio lasciato da Dimarco era un’occasione continua, e ammette che Leao poteva fare meglio nell’uno contro uno. Ma apprezza la solidità difensiva della ripresa e l’attenzione sulle palle inattive.

Non manca un elogio al suo staff: «Sul rigore parato è merito di Claudio Filippi, che è uno dei migliori nel preparare i portieri». E guarda già avanti: «Domani bisogna riposare, poi pensiamo alla Lazio. Se non la interpretiamo bene buttiamo via tutto». Il suo mantra resta l’equilibrio: festeggiare ma tenere i piedi per terra, migliorare nella pressione offensiva, crescere fisicamente ora che finalmente la squadra riesce ad allenarsi al completo.

Chiude con una riflessione chiara: «Quando il ritmo lo decidiamo noi siamo forti, ma contro le piccole diventiamo vulnerabili. È lì che dobbiamo fare un salto di qualità». Il derby conferma il percorso dei rossoneri, che avanzano con coraggio e misura, mentre l’Inter resta ferma a fare i conti con una stagione che somiglia pericolosamente a quella precedente.