L’uomo ha bisogno di vivere in unità con se stesso, altrimenti perde la sua identità, si smarrisce, perde il senso del suo fare. Se questa è la condizione umana allora si comprende che il cattolico non può mai mettere tra parentesi la sua vita di fede, perché verrebbe separato da sé stesso e dato che la fede è totalizzante, vale a dire che essa salva tutto l’uomo, la fede non può non ispirare ogni ambito e ogni azione, ambito privato o pubblico che sia.
Qualcuno ha scritto che l’oblio del passato spiega l’inconsistenza del presente. Nel 1958, di fronte al Parlamento europeo, Schumann disse che tutti i Paesi Ue sono permeati dalla civiltà cristiana, essa è l’anima dell’Europa che occorre ridarle. Lo stesso avevano detto De Gasperi e Adenauer. Se questo vale per il Continente tanto più vale per il nostro splendido Paese, possiamo averne paura?
Accanto alla politica è necessario l’ambito prepolitico. Si potrebbero realizzare dei laboratori pre-politici, luoghi cioè collegati tra loro dove si lavora e si coltiva la vita spirituale. In questi spazi sarebbe da riprendere la dottrina sociale della Chiesa, strumento che presenta in modo organico e sistematico le ricadute sociali della fede alla luce della ragione. Questi spazi e questi momenti formativi in questo senso preciso, dove la fede e la ragione si incontrano e si aiutano a vicenda, è un’emergenza per qualunque società occidentale.
P.S. I relatori sono stati il Sen. Alfredo Bazoli, la Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, l’on. Alessandro Cattaneo, l’on. Patrizia Marrocco e il Vice Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Edoardo Rixi. L’evento è stato moderato da Marco Italiano, esperto di relazioni istituzionali