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giovedì, 28 Agosto, 2025
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Ceto medio, Azione attacca il governo: si continua con le promesse

Al Meeting di Rimini la Premier rilancia la promessa di ridurre le tasse, specialmente per il ceto medio. Elena Bonetti (Azione) replica: gli annunci servono a poco. Il precedente dell’ultima riforma tributaria? Negativo.

Il tema del fisco, agitato ciclicamente dal governo come bandiera politica, è tornato al centro del dibattito dopo le parole pronunciate dalla Premier Meloni al Meeting di Rimini. Nella kermesse di Comunione e Liberazione, la leader di Fratelli d’Italia ha insistito sulla priorità di un taglio delle tasse – in partitolare a  beneficio del ceto medio – indicandolo come obiettivo della nuova fase di legislatura. Una promessa, tuttavia, che ha sollevato immediatamente critiche e richiami alla realtà dei conti pubblici.

L’attacco della Bonetti

Tra le voci più nette quella di Elena Bonetti, presidente di Azione, che intervenendo a SkyTg24 Economia ha puntato il dito contro il rischio di politiche fiscali annunciate e mai efficacemente realizzate. Le sue parole non si limitano alla cronaca, ma recuperano il precedente della riforma tributaria approvata lo scorso anno, quella riduzione delle aliquote Irpef presentata come sollievo per il ceto medio, ma che a detta di molti – e della stessa Bonetti – si è rivelata un boomerang.

 

La questione del ceto medio

«Siamo a tre anni di governo e la priorità del taglio delle tasse viene ripetuta di anno in anno», ha osservato Bonetti. La leader di Azione ha insistito sul fatto che il vero banco di prova sia il ceto medio, perché è lì che si decide la capacità delle famiglie di mantenere potere d’acquisto e sicurezza economica. Senza interventi mirati, l’Italia rischia di allargare ulteriormente la forbice tra chi beneficia delle misure e chi invece continua a sostenerne i costi indiretti.

Il richiamo è esplicito: la riduzione delle aliquote Irpef varata dal governo Meloni nel 2024, con un impiego di circa 5 miliardi di euro di finanza pubblica, non ha sortito gli effetti attesi. «Non ha portato effettivi benefici – ha ricordato Bonetti – anzi, alla prova dei fatti ha peggiorato alcune situazioni». La riforma, celebrata come svolta a favore del ceto medio, ha finito per distribuire vantaggi marginali, mentre ha sottratto risorse preziose ad altri capitoli cruciali, a partire dalla sanità.

Misure persino costose, ma inefficaci

La critica della presidente di Azione va dritta all’obiettivo: gli annunci ripetuti rischiano di trasformarsi in un esercizio di retorica politica, senza tradursi in benefici concreti per i cittadini. In guardia, dunque, da misure che «magari costino tanto ma alla fine non abbiano effetti benefici». La lezione del 2024 dovrebbe essere sufficiente a ricordare che non basta evocare il taglio delle tasse: serve una riforma strutturale, capace di ridare fiducia e liquidità al ceto medio, senza gravare ulteriormente su bilanci pubblici già sotto pressione.