Il ritorno alla normalità non sembra essere accompagnato da un rinnovato senso di responsabilità che speravamo di poter rinvenire negli atteggiamenti dell’opposizione. Questa è la valutazione suggerita dalla convocazione di una manifestazione per il due giugno a Roma da parte dei tre partiti di destra e di opposizione.  

Infatti che senso ha indire una manifestazione nazionale il giorno prima della riapertura della possibilità di spostamento tra le diverse regioni? Che senso ha fare manifestazioni di piazza mentre si chiede a tutti di evitare assembramenti (anche piccoli) per motivi di salute pubblica? Che senso ha promuovere una manifestazione – di contestazione e di parte – proprio nella giornata dedicata alla Festa della Repubblica, ovvero in una giornata che è la festa di tutti e quindi anche dell’unità nazionale? Vuole forse essere un modo per differenziarsi da chi festeggia la nascita della Repubblica e il ritorno alla democrazia dopo la nefasta parentesi del ventennio fascista? In altre parole, era necessario indirla proprio per il due giugno?

Se quella manifestazione ha un senso, questo è certamente di carattere provocatorio e serve a lanciare un disperato messaggio di finta unità da parte di una destra che è divisa ed in competizione al proprio interno. Mai come in questo difficile momento sarebbe necessaria un’opposizione in grado di avanzare idee e proposte di carattere non propagandistico; ma come si può chiedere di produrre proposte di governo a chi ha fatto della propaganda la cifra della propria azione politica? O in altre parole, come si può chiedere ai populisti di non fare del gratuito populismo?

E’ comunque significativo che anche nel momento in cui amministratori locali, operatori sanitari e governo centrale hanno stabilito dei rapporti di necessaria collaborazione aldilà delle fazioni o delle appartenenze politiche, permanga a destra l’inadeguatezza di un gruppo dirigente che predilige un’opposizione chiassosa e strillata rispetto al quotidiano lavoro per la costruzione di soluzioni. Il senso di responsabilità è da sempre una pre-condizione per poter governare il Paese, ma ancor di più lo è oggi nell’era dell’emergenza epidemiologica.