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domenica, 5 Ottobre, 2025
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Chi era Charlie Kirk, l’influencer di Trump ucciso da un cecchino

Roma, 11 set. (askanews) – L’uccisione di Charlie Kirk, 31 anni, attivista conservatore vicino a Donald Trump, ha riacceso i timori per l’escalation della violenza politica negli Stati Uniti. Kirk, spesso definito “l’influencer di Trump” per la sua capacità di mobilitare il voto giovanile repubblicano, è stato colpito a morte ieri durante un dibattito alla Utah Valley University, in un attentato che il governatore dello Utah, Spencer Cox, ha definito “un assassinio politico”.

Secondo la ricostruzione delle autorità, il leader di Turning Point USA è stato raggiunto da un unico colpo di fucile sparato da un tetto mentre rispondeva alle domande del pubblico. Migliaia di studenti sono fuggiti in preda al panico, mentre il presunto attentatore, vestito di scuro, è riuscito a dileguarsi. Due persone fermate in un primo momento sono state rilasciate. Nelle ore successive l’Fbi, insieme alle forze federali e locali, ha avviato una vasta caccia all’uomo, parlando di “più scene del crimine attive”.

Un video pubblicato sui social media e dal Washington Post mostra una persona che corre sul tetto di un edificio con vista sul cortile della Utah Valley University, immediatamente dopo l’uccisione dell’attivista.

La morte di Kirk, figura chiave e volto mediatico del conservatorismo trumpiano, ha scatenato reazioni bipartisan. Trump lo ha definito “martire della verità e della libertà”, ordinando le bandiere a mezz’asta e puntando il dito contro la retorica della “sinistra radicale”. Condanna unanime è arrivata anche da esponenti democratici: il governatore della California, Gavin Newsom, ha definito “disgustoso e vile” l’attacco, mentre l’ex deputata Gabrielle Giffords, sopravvissuta a un attentato, ha espresso cordoglio alla famiglia.

Il contesto dell’omicidio non fa che alimentare un dibattito già acceso: negli ultimi anni, episodi di violenza legati alla politica hanno colpito trasversalmente le diverse aree ideologiche del Paese, da aggressioni a parlamentari fino all’assalto al Congresso del 6 gennaio. La sicurezza degli eventi pubblici e il clima di crescente radicalizzazione sono ora al centro delle preoccupazioni delle autorità.

Utah Valley University resterà chiusa fino a lunedì, mentre la comunità studentesca resta sotto shock. Secondo il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, circa 3mila persone erano presenti all’evento.