Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Adesso scoprono d’incanto che dopo l’una di notte in discoteca succede di tutto. Di tutto che? Quello che per decenni la stessa ideologia che nutre il pensiero unico dominante ha fomentato, idealizzato, radicato nei giovani. Adesso il pericolo del Coronavirus aprirebbe gli occhi su un carnaio di povere vite gonfie di droga e di alcool? Sarebbe da rispondere: “Eh no! Prima ci avete lavato il cervello con il ‘vietato vietare’, con il sesso libero e sicuro, con lo spinello che non fa male anzi, e adesso vorreste vietarci quello che ci avete proposto e imposto subdolamente e sofisticamente come modello da seguire?”.
Di che cosa si starebbe preoccupando chi sino a ieri ha spinto i giovani nei “postriboli culturali” dell’Erasmus per trasmettersi nella più totale promiscuità damigiane di fiato forse infetto, quintali di microbi e virus impastati di passione? Avrebbe a cuore le sorti dei giovani chi non si è mai preoccupato dei danni immensi della movida notturna senza regole, chi anzi l’ha ispirata, voluta e sponsorizzata, gli stessi che ispirano e gestiscono la vita delle nuove generazioni, gli ideologi del 6 politico e dei suoi derivati attuali, dell’iperconnessione spersonalizzante, della nullificazione del sesso ridotto a genitalità istintiva, della distruzione della famiglia e della liquefazione delle identità nella satanica ideologia gender, chi ha abbassato vertiginosamente il livello culturale degli studenti? Come si fa a chiedere sacrifici se per decenni si è predicato male e razzolato peggio deresponsabilizzando le nuove generazioni, incapaci ormai ad obbedire, a soffrire e a sacrificarsi?
Questa ulteriore schizofrenia di una ideologia satanica falsa e assassina, ci mostra, attraverso la viralità del virus e la paura di morire che sta attanagliando tanti, che la viralità effimera di rapporti fast-food e virtuali nei quali è caduta questa generazione, sono letali per la persona, per la sua salute psichica, fisica e spirituale. Leggiamo cosa Dio vuol dirci attraverso la follia così perversamente ragionevole di questo tempo. I nodi vengono al pettine, le conseguenze del male esistono, e non saranno i salti carpiali con cui si vorrebbe continuare a tenere insieme ciò che dà la morte e ciò che invece genera la vita. Questo tempo nel quale sta esplodendo la contraddizione insanabile del progetto satanico per distruggere l’uomo, è per noi il tempo favorevole per convertirci e tornare a Dio davvero. Per lasciare il peccato e aprirci all’amore di Cristo capace di rigenerarsi, di fare nuove tutte le cose. Di strappare i ragazzi all’inganno del demonio e alle sue movide degeneranti e frustranti, per ricrearli nella bellezza e nella dignità dei figli di Dio.
Non per paura di un virus, perché la paura della morte non viene da Dio ma dal demonio, per cui tutto ciò che oggi appare come attenzione e cura sono invece i suoi ghigno beffardi. E perché ciò che si fa per paura dura lo spazio dell’emergenza, mentre il cuore resta lo stesso, forse ancor più rancoroso e concupiscente. Convertirsi invece è sempre il frutto dell’incontro con un amore infinitamente più grande, bello e gustoso, appagante e ricolmo di tutto il bene che l’ideologia millanta per amore. La conversione, la vita nuova e santa sgorgano da un cuore colmato dall’amore di Cristo, perché l’agire segue sempre l’essere. Allora annunciamo il Vangelo a tutti, come non mai. Non siamo tiepidi, chiediamo a Dio lo zelo per ogni sua pecora perduta. Non ci facciamo ingannare dalla propaganda tetra e mortifera che ci vorrebbe al guinzaglio della pauta, anche questo è un tempo favorevole, perché è parte dell’Anno di grazia inaugurata dal Signore quel giorno a nella sinagoga di Nazaret.
Non lasciamo ai bollettini e ai decreti il campo benedetto dei cuori impauriti e disorientati. Annunciamo il Vangelo e anche questo tempo sarà teatro della sconfitta del demonio e della Vittoria di Cristo nella vita dei riscattati dal peccato e dell’inganno.
Antonello Iapicca, sacerdote, diocesi di Takamatsu (Giappone)