La vecchia e antica abitudine dei politici italiani; vince il posto sulla sedia. La tradizione non viene smentita. Un fine profondo attraversa da Palermo a Trieste i politici nel loro insieme.

Che cosa si attendevano gli elettori dei 5Stelle?

Coerenza.

Oggi, vergognosamente smentita.

Non pensavo che Luigi Di Maio e congrega flettessero fino a questo punto. Né immaginavo che franasse in così breve tempo la loro coriacea ideologia. Si erano organizzati sull’asse no-Tav, intorno a quel mondo avevano costruito le loro fortune. Le altre politiche penta-stellate discendevano da quella magna guerra. Ricordiamo ancora l’atto incriminato che aveva compiuto Salvini in Val Susa. Era, più o meno tanto simbolico quanto l’ampolla dell’acqua sulla sorgente del Po – fonte battesimale leghista -.

Questo terremoto interiore ha il sapore di una violenta tragedia. Cosa faranno adesso, non possiamo che immaginarcelo. Per fare un parallelismo, vado con la mente alla ricorrenza di domani, del 1943: caduta di Benito Mussolini.

Non passerà come una piccola svolta il si alla Tav da parte del Governo e non saranno i 5Stelle al Parlamento, votando contro, a nascondere la voragine che hanno aperto sotto i loro piedi. Se fossero, come sempre hanno detto, legati alle conseguenze di un simile evento, dovrebbero rassegnare le dimissioni dal Governo Conte. Facessero questo, la tragedia si trasformerebbe in farsa, ma almeno salverebbero la logica della loro esistenza.

Maliziosità:
Potrebbe anche essere che questa mossa cedevole abbia di mira un’altra finalità. Quale? Quella di permettere oggi a Conte di esprimersi liberamente sulla vicenda relativa al dossier Russia-Lega e, in aggiunta, darsi la forza per bocciare il nucleo centrale della proposta leghista relativa all’autonomia differenziata.

Non posso esimermi dal pensare a queste due ipotesi, perché, altrimenti, sarei costretto a dare un giudizio irrimediabilmente impietoso nei riguardi dell’intelligenza politica penta-stellata, sapendo che il percorso da questi intrapreso è accidentato, una salita simile a quella che il tour di France affronterà sulle Alpi francesi. Ed è per questo che non posso pensare a una semplificazione immediata.

Sono pertanto costretto a immaginarmi delle subordinate che diano un senso alla sciagura interna orchestrata con il si-Tav governativo.

Non c’è niente da dire, da quando questi sono al Governo ci offrono delle puntate come nelle più classiche tradizioni delle serie televisive. Ad ogni fine puntata resta qualcosa di sospeso che induce a essere curiosi per la successiva. La puntata odierna ci troverà intrigati a cogliere come dipaneranno la momentanea matassa in Parlamento sul caso Putin-Salvini.

A domani per i prossimi affascinanti e tormentati eventi politici nazionali.