Ciao Pippo,
ti saluto attraverso alcune pagine di Piazza del Gesù, quel diario democristiano degli anni Ottanta, anni che ti hanno visto protagonista di tanti fatti e avvenimenti non solo sul grande palcoscenico televisivo, ma dietro le quinte di quel palcoscenico, e di quello della politica di quel tempo. Una premessa: sei stato un grande artista, un grande democristiano, ma ancora di più un grande uomo, generoso, credente, colto, coraggioso, sempre disponibile verso quanti erano in difficoltà e non sapevano a chi rivolgersi, condizione che anche tu hai avuto e sofferto proprio in quegli anni. Faccio un po’ fatica a scrivere per il problema dei miei occhi, ma te lo devo.
Venerdì 3 settembre 1982, Viareggio Festa dell’Amicizia. È sera, dovevi presentare lo spettacolo inaugurale. Sei tu invece a dare al pubblico la notizia dell’assassinio a Palermo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della giovane moglie Emanuela Setti Carraro.
Venerdì 20 Marzo 1987, hai firmato per Canale 5, tu e Raffaella Carrà. Clemente Mastella viene a casa tua in via della Vite per un tentativo di recupero ma è inutile. Sei nervosissimo, dici che la Rai ti ha lasciato solo dopo le polemiche con il presidente Enrico Manca sulla questione della Rai definita “nazional popolare”. Comunque, dici, sono e resterò sempre democristiano.
Venerdì 29 aprile 1988, è finita l’illusione con cui Berlusconi ti aveva attirato a Canale 5. Vieni a trovarmi a palazzo Chigi, subito dopo essere stato da Ciriaco De Mita con Rino Nicolosi. Liberarmi dagli impegni contrattuali con Berlusconi, dici, ti costerà 15 miliardi di lire: “Io comunque rompo, per pagarlo devo vendere gli appartamenti che ho, ma poi gli faccio la guerra. Anzi, siccome sta aspettando un figlio dalla sua donna, dopo che gli avrò dato tutto fino all’ultima lira, metterò la mano in tasca e gli lascerò qualcosa dicendogli: questo è per tuo figlio quando nasce”.
Berlusconi, aggiungi, sta facendo un affare colossale con la Russia: un accordo in base al quale Publitalia sarà la concessionaria esclusiva della pubblicità delle aziende europee per la Russia: “Tutto questo in barba ai comunisti italiani che sono contro sempre Berlusconi. Che cosa dirà ora Walter Veltroni, che lo attacca sempre?”.
Mercoledì 25 maggio 1988, la sera ci incontriamo a Catania. Confermi che hai rotto definitivamente con Berlusconi, gli dovrai dare 12 miliardi, 300 milioni. Farai una conferenza stampa per raccontare la vicenda.
Lunedì 18 giugno 1988, mi cerchi perché vuoi parlare con De Mita del tuo ritorno in Rai: hai problemi con Biagio Agnes. “Hai visto che cosa stava per succedermi”? Sui giornali dei giorni scorsi c’era la notizia di un tuo possibile rapimento.
Lunedì 19 settembre 1988, mi cerca Rino Nicolosi per parlarmi di te: “Quello di Baudo sta diventando il dramma di un uomo. Nei giorni scorsi è stato nominato direttore artistico del teatro di Catania, ma si è dovuto dimettere nel giro di 24 ore per il coro di proteste specie dei socialisti. Uno di questi è anche nel CdA della Rai e Baudo teme che si incattivisca complicando ulteriormente il suo ritorno. Baudo è demoralizzato e pieno di problemi economici per i miliardi che ha ridato a Berlusconi. Possibile che l’ostracismo di Agnes nei suoi confronti sia insormontabile? Baudo è bravo, ha un vasto pubblico e per di più è un democristiano schierato. Possibile che debba pagare proprio per questo?”.
Venerdì 11 novembre 1988, torna a palazzo Chigi Nicolosi, parliamo di te. Ce l’abbiamo fatta. Lunedì scorso su “Panorama” la notizia del sì di Agnes al tuo ritorno in Rai, sia pure in tono minore. Proprio lunedì De Mita, su mia insistenza, ne aveva riparlato con Agnes.
Giovedì 5 gennaio 1989, di nuovo viene a palazzo Chigi Nicolosi per te. Agnes ha fatto una specie di marcia indietro, dicendo che quest’anno non ci sarà spazio per te in Rai e noi torniamo alla carica. Parliamo con Riccardo Misasi, che cerca Agnes. Poi Rino ne parla con De Mita.
Sono solo alcuni ricordi dei tanti. Dove ti trovi ora, il primo ad abbracciarti è stato sicuramente Carlo Bixio. Anche qui quante vicende, la contesa di quegli anni con Adriano Aragozzini per il festival di Saremo … , ma la mente torna ai momenti privati, quelli della gioia, dei sentimenti di amicizia. Il matrimonio di Carlo con Gabriella, quando il sacerdote gli chiede se vuole sposarla e lui si gira verso te e chiede: “Pippo, che faccio?”. E tu gli dai la tua benedizione. In queste ore Gabriella, sofferente, ti rimpiange come tanti e tanti di noi. Belle storie, una bella Italia che portiamo nei cuori.