Roma, 24 lug. (askanews) – Non è stato un summit facile, quello tra Cina e Unione europea che si è tenuto oggi a Pechino. Non lo è stato nella sua organizzazione – dapprima previsto in Europa e spostato in Cina, dapprima su due giorni poi dimezzati a uno – e neanche nei contenuti. Lo si evince dalle dichiarazioni dei vertici europei – il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyan – ma anche dalla relativa esilità dei risultati.
Le preoccupazioni geopolitiche e commerciali dell’Europa non sono state soddisfatte, dal punto di vista di Bruxelles, mentre la Cina non ha trovato nell’Ue quella sponda di fronte alla pressione Usa della presidenza di Donald Trump che solo qualche mese fa apparentemente sperava di ottenere. Almeno per il momento, le questioni restano quasi tutte aperte e solo su una questione importante – l’export cinese di terre rare – si è concordata una soluzione parziale che, però, non è quella strutturale che l’Ue sperava di ottenere.
Pechino e Bruxelles hanno insomma concordato un meccanismo per agevolare l’esportazione di terre rare e magneti. “Abbiamo concordato – e questa è una novità – di avere un meccanismo potenziato di approvvigionamento per l’esportazione. In altre parole, se si presentano colli di bottiglia, questo meccanismo di supporto alla catena di approvvigionamento può immediatamente verificare e risolvere il problema o la questione emersa”, ha spiegato von der Leyen nella conferenza stampa.
Il primato della Cina nelle esportazioni di terre rare è diventato uno dei principali nodi nei rapporti Ue-Cina ed è stato in cima all’agenda di Bruxelles mentre i suoi leader incontravano con il presidente Xi Jinping e il premier Li Qiang in sessioni separate. La tensione nasce dalla decisione della Cina, ad aprile, di imporre requisiti di licenza per l’esportazione di terre rare e magneti. La misura è stata una risposta ai dazi americani, ma le imprese europee ne sono rimaste coinvolte, con alcune linee di produzione messe in pausa. Von der Leyen ha riconosciuto gli sforzi della Cina “per accelerare il rilascio delle licenze per le materie prime critiche” e ha affermato che il progresso è vitale per ricostruire “la fiducia nel nostro rapporto commerciale”.
L’Ue ha “bisogno – ha detto ancora – di un approvvigionamento affidabile e sicuro di materie prime critiche dalla Cina. Essere considerati un fornitore e un partner affidabile è chiaramente in linea con gli interessi economici e strategici a lungo termine della Cina”.
Non è chiaro come il meccanismo opererà nella pratica, ma non è la “soluzione strutturale” che gli europei auspicavano. Tuttavia, ha dichiarato von der Leyen, “il vertice ha dimostrato che possiamo trovare soluzioni pratiche”.
Quella delle terre rare, tuttavia, pare essere la sola grande tematica su cui i due estremi dell’Eurasia hanno fatto progressi sensibili. Von der Leyen ha chiarito che il tema di fondo dello squilibrio commerciale tra Cina e Ue rischia di diventare insopportabile. “Ciò è dovuto principalmente al crescente numero di distorsioni commerciali e barriere all’accesso al mercato. Ma a differenza di altri grandi mercati, l’Europa mantiene il suo mercato aperto ai prodotti cinesi”, ha sottolineato la presidente. Ribadendo che “ciò riflette il nostro impegno di lunga data nei confronti di un commercio basato su regole”. In particolare, “in settori cruciali, come ad esempio acciaio, pannelli solari, veicoli elettrici, batterie e altri, la produzione sovvenzionata non corrisponde alla domanda interna in Cina, e pertanto la sovracapacità prodotta qui viene destinata ad altri mercati”, ha spiegato von der Leyen.
La presidente della Commissione Ue ha dato atto a pechino di vi aver “espresso volontà di sostenere di più il consumo e meno la produzione” e questo “è importante: dobbiamo vedere progressi su questo fronte, perché senza progressi sarebbe molto difficile per l’Unione europea mantenere l’attuale livello di apertura”.
La vertice di oggi stato il 25mo tra le due parti ed è stato tenuto a Pechino per celebrare i 50 anni di relazioni diplomatiche. Le due parti si sono altresì impegnate a collaborare su questioni globali come la lotta al cambiamento climatico e la tutela della biodiversità, firmando una dichiarazione congiunta sul clima in vista del summit Cop30 in Brasile entro la fine dell’anno. “Questo invia un messaggio importante sul nostro lavoro congiunto, e incoraggiamo la Cina a presentare a sua volta un contributo nazionale ambizioso per la Cop30. La Cina dovrebbe dare l’esempio, in linea con il suo ruolo globale di primo piano”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa dopo il vertice.
Invece sui temi più pressanti della scena politica globale, le posizioni sono apparse lontane. In particolar,e la vicinanza di Pechino a Mosca avvelena i rapporti. Von der Leyen ha chiesto a Pechino di influenzare la Russia verso la pace. “La Cina ha influenza sulla Russia, come l’Unione europea ha influenza sull’Ucraina” ha detto la von der Leyen, aggiungendo che l’Ue si aspetta un ruolo attivo della Cina per portare Mosca a negoziare la fine della guerra. “Il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin – ha detto la numero uno dell’esecutivo europeo – sarà un fattore determinante per i nostri rapporti futuri”.
Nei commenti introduttivi alla sessione mattutina, Xi dal canto suo si è concentrato sugli elementi di partenariato, affermando che “Cina ed Europa sono due grandi protagonisti sulla scena internazionale” e devono “rafforzare la comunicazione, accrescere la fiducia reciproca e approfondire la cooperazione” in un momento di “cambiamenti e caos”. In un indiretto riferimento agli Stati uniti, Xi ha detto agli europei che “le sfide che l’Europa affronta attualmente non provengono dalla Cina”.