Era stata programmata già da tempo l’assemblea dei quadri e delegati della Cisl sul tema della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. L’evento anticiperà di un giorno l’elezione della nuova segretaria generale e sarà una sorta di saluto di Sbarra ai dirigenti locali e nazionali.
L’Organizzazione ha dato molto risalto negli ultimi anni a questo obiettivo di democrazia economica, lanciando addirittura una proposta di legge a supporto. Sui contenuti della proposta e sugli obiettivi, ci siamo espressi con chiarezza in una nota precedente; al di là di questa valutazione di merito, riteniamo legittimo che i delegati – speriamo siano delegati e non soltanto funzionari o dirigenti – siano chiamati ad approfondire e a riflettere su un tema, che è stato il “cavallo di battaglia” (forse l’unico) del minimalista quadriennio sbarriano.
In questi giorni è stata diffusa la locandina promozionale dell’iniziativa e istintivamente abbiamo pensato che l’appuntamento fosse stato spostato ad agosto nell’ambito del programma del Meeting di Rimini; infatti, a prescindere dall’introduzione della designata segretaria generale, tra i relatori troviamo il prof. Aldo Carera (presidente della Fondazione Pastore), il prof. Emanuele Massagli (presidente della Fondazione Tarantelli), Giorgio Vittadini (presidente della Fondazione per la sussidiarietà). Gli ultimi due sono organici al mondo ciellino lombardo (Massagli ha avuto anche un incarico nel Ministero del Welfare all’epoca di Sacconi ministro), mentre Carera stesso, bravo docente della Cattolica di Milano, intrattiene rapporti stretti con la realtà di CL in Lombardia. A seguire si riscontra la giusta presenza istituzionale della Ministra del Welfare, Marina Elvira Calderone, e – sorpresa delle soprese! – la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Chi è vissuto in Cisl sa bene che i Presidenti del Consiglio sono sempre stati giustamente invitati in occasione dei Congressi o degli anniversari dell’Organizzazione (Bonanni invitò Prodi in un’assemblea organizzativa nel 2007, ma fece altrettanto con l’opposizione). Qual è pertanto la necessità, questa volta, della presenza del Capo del governo? Del resto la rappresentanza del Governo è già garantita dalla Ministra Calderone. Inoltre, ci tocca pure registrare l’assenza dei rappresentanti delle imprese, del mondo della cooperazione o di altre forze parlamentari.
Da questa assemblea emerge pertanto un messaggio chiaro: affidare la Cisl ad un gruppo dirigente organico ad una determinata area del mondo cattolico; del resto la Fumarola proviene da Taranto, il cui Vescovo emerito è Mons. Santoro, una delle guide spirituali di CL, e che per la sua successione già si parla dell’attuale segretario confederale Mattia Pirulli, anche lui di stretta osservanza ciellina. Di fatto è palese che l’Organizzazione abbia scelto di essere sponda del centrodestra e di provare ad intestarsene l’anima sociale, qualora potesse esistere un’anima cattolico sociale nelle scelte di questa maggioranza di governo.
I segnali sono chiarissimi, soltanto chi non vuole capire può pensarla diversamente. Assistiamo ad un silenzio assordante della Cisl nei confronti delle politiche del Governo italiano su accoglienza, solidarietà internazionale, rispetto delle istituzioni sovranazionali, diritti delle persone, ecc…Almeno su questi temi ci saremmo aspettati degli elementi distintivi. Invece nulla! Attendiamo qualche segnale, anche flebile, dalle teste pensanti che ancora esistono nella Cisl. Nel frattempo continuano le epurazioni, i commissariamenti e le strumentali mozioni di sfiducia a chi non è si è adeguato o non è ritenuto di stretta osservanza.
E Sbarra cosa farà? Come già anticipato, ci sarà per lui la Fondazione Marini, ma i giudizi lusinghieri espressi a favore del Governo Meloni in una recente intervista al Corriere della Sera e la presenza della Presidente del Consiglio alla manifestazione del giorno 11 febbraio fanno presupporre per lui qualche altra opportunità. Vedremo se le nostre previsioni saranno sbagliate.
A proposito dell’intervista citata e rilasciata a Roberto Gressi del Corsera, nella premessa si legge che Sbarra si sarebbe formato “sui libri di Pastore, Romani, Aldo Moro e Franco Marini, il suo sindacalista di riferimento”. Non mettiamo in discussione la lettura dei testi degli autorevoli personaggi citati e della sua ispirazione sindacale a Franco Marini; rimane qualche dubbio su quanto abbia recepito di quegli insegnamenti soprattutto sull’autonomia del sindacato. A tal proposito sarebbe interessante leggere le schede valutative rilasciate dai formatori del Centro Studi Cisl di Taranto, dove Sbarra frequentò il corso lungo per dirigenti sindacali. Perché non pubblicarle?