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sabato, Marzo 22, 2025
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Cleopatra e i soldati di Cesare: l’esercito sarà multicolore.

Cleopatra/Meloni è andata dai federati europei a dire che Lei alla guerra non è favorevole ma al riarmo sì (eccome, suggeriscono i maligni avversari!). Dove trovare però i soldati che servirebbero?

Cleopatra vuole andare alla guerra? È la domanda sussurrata alle orecchie dei senatori e dei cittadini. Perché Cesare, l’augusto imperatore, incassato l’affronto di Cleopatra per essere andata ben due volte ad omaggiare l’imperatore del popolo nuovo al di là delle colonne d’Ercole, deve ora fronteggiare la spericolata diplomazia della giovane regina d’Egitto in terra europea, tra i fidi alleati dell’impero.

Perché la Cleopatra/Meloni, interpretando il viatico di Cesare – “Prova a dare nuova linfa alle stanche membra dell’Impero e se ti riesce rendilo ancora più forte” – ha inteso cimentarsi nella diplomazia dei conflitti armati che sono sorti fuori dai confini imperiali. E lo ha fatto volendo svolgere una funzione di mediatore/pacificatore che richiede come minimo una riconosciuta autorevolezza che non si vede nel caso di Cleopatra se non nei confini nell’Egitto e tra i suoi alleati nell’Impero (quelli che la pensano come lei in fatto di potere assoluto).

Ma Cesare è per la democrazia, per le gioie che comporta e per i molti tormenti che tocca sopportare. Cleopatra/Meloni è andata dai federati europei a dire che Lei alla guerra non è favorevole ma al riarmo sì (eccome, suggeriscono i maligni avversari!); le forniture saranno garantite anche da noi. Questo non è proprio un cattivo risultato, osservano i Senatori vicini a Cesare. C’è un però che sbilancia il risultato: dove li troviamo tutti quei soldati che ci servirebbero? Stiamo a crescita zero e tra qualche annetto andremo a -1, dunque…“che dobbiamo fare, o Divo Cesare?”.

Cesare guarda il plastico dell’impero, madre patria e federati, misura le forze in campo (mezzi e uomini), guarda la cassa sua e quella dei federati, e conclude: “Quand’anche avessimo i soldi non abbiamo gli uomini. Dobbiamo ricorrere a un supplemento di gente che vive extra imperi”.

Pratico e risolutore. Visto che gli extra imperi si trovano già nella madre patria, legalmente pochi e illegalmente molti di più, li regolarizziamo e li arruoliamo per la guerra! “E Cleopatra? – Sommo Cesare – E gli Albanesi?”. Beh, in effetti la regina Cleopatra/Meloni su questa questione ci ha impostato una parte grossa del programma di governo, forzando un po’ la mano al vecchio Cesare, e ci ha speso molti sesterzi. Finora proprio un successo non è stato, questo programma-carcere in Abania, perché i Magister hanno rilevato molte questioni che confliggono con i trattati fatti da Cesare con i Federati europei.

Cleopatra/Meloni ha pure detto che non ci dorme la notte (boh?!) e, fosse l’ultima cosa che fa, la deve comunque portare a compimento. Se Cesare le vuol togliere la sete con il prosciutto, come da detto romano, non ha che da spronarla ad andare avanti sulla linea scelta: produciamo, vendiamo e intanto reclutiamo ed addestriamo.

Quanti anni per essere operativi? Quattro, cinque a dir bene, e nel frattempo la regina si sarà stufata dell’Impero e tornerà nel suo amato Egitto. Però Cesare dovrà accettare che le svuoterà la cassa fino a grattare il fondo, e nel frattempo il contabile delle finanze si sarà ritirato come Catone, tanto non ha più niente da contare, il popolo si sarà rivoltato per il rialzo delle tasse, le mamme e le nonne scenderanno in piazza perché, certo, non vorranno che i nipoti e i figli vadano in guerra, e infine l’esercito non sarà di bei figlioli e figliole italiche ma sarà di più etnie e a colpo d’occhio sotto l’uniforme tutta uguale, multicolore.

Lo scenario è questo, sussurra il più vecchio dei Senatori. E sbotta: “Mio Cesare, ti conviene porci rimedio”. Passa di lì la Divina Giulia, moglie amata dell’imperatore, che sentendo dei guai che porta all’impero Cleopatra/Meloni, gioisce in cuor suo; la dea Giunone l’ha ascoltata, presto la rivale perderà il cuore di Cesare e con esso il prestigio, i sesterzi e il potere. Ah, le mogli!