CO-GOVERNANCE: corresponsabilità nelle città oggi

È un convegno rivolto a: sindaci, assessori, consiglieri, funzionari e dirigenti della Pubblica Amministrazione, studiosi e consulenti di politiche pubbliche, dirigenti di cooperative e società che offrono servizi pubblici, cittadini socialmente e politicamente attivi, giovani che studiano o operano in tali direzioni, o comunque a chi nella città ricopre una funzione per il bene comune.

Dal 17 al 20 gennaio 2019, 400 amministratori, cittadini, economisti, esperti e
professionisti di tutto il mondo si incontreranno a Castel Gandolfo (Roma): quattro giorni
di confronto e approfondimento sulla gestione delle città, fare rete e imparare modelli di
sostenibilità e convivenza.

Interverranno, tra gli altri, pensatori e protagonisti del lavoro nelle città, che rifletteranno sul loro significato in quest’era ‘post-democratica’ come Emilce Cuda, argentina, politologa e profondamente conoscitrice del pensiero di Papa Francesco o l’ on. Sunggon Kim (김성곤) – buddista, già Segretario Generale dell’Assemblea Nazionale Coreana. Sarà presente
l’architetto Ximena Samper, colombiana, l’on.Ghassan Mukheiber, libanese, Chairman
dell’Arab Region Parliamentarians Against Corruption. Da segnalare anche la presenza del
Sindaco di Katowice (Polonia) dove si è appena conclusa la COP 24, il responsabile
dell’accoglienza ai rifugiati della Catalogna, Angel Miret e il Presidente della Comunità islamicadi Firenze e della Toscana, Izzedin Elzir.

Se governare le città è sempre stata un’arte complessa, oggi lo è ancora di più. Occorre
rispondere a una società che cambia senza sosta, attraversata da problemi locali e globali e da un ritmo di sviluppo tecnologico convulso che rischia di aprire abissi economici e zone inedite di nuove povertà. Occorre decidere per oggi e programmare a lunga distanza. È per questo che le città sono strategiche dal punto di vista politico e culturale perché sono “casa” per più della metà della popolazione mondiale (fonte Onu) e non è una scelta libera, ma spesso legata a mancanza di cibo e lavoro.

In questa epoca di sovranismi, le città stanno emergendo come veri e propri hub sociali,
distributori di infinite connessioni: civili, politiche, antropologiche, economiche, comunicative. Le città, dunque, come espressione di un nuovo modello identitario, dove identità non fa rima con localismo o nazionalismo esasperati, ma con partecipazione, condivisione dell’appartenenza a una vicenda comune, perché siamo parte della famiglia umana, prima ancora di prendervi parte.