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Columbus Day, Time replica a Trump e cita immigrati italiani

Milano, 29 apr. (askanews) – Time magazine replica al presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump in merito al Columbus Day in “The DC Brief”, sua newsletter politica, con un titolo sferzante: “Trump sta cercando di ripristinare il Columbus Day, che non è mai stato cancellato”. Va notato che nel testo si fa riferimento a uno storico linciaggio degli immigrati italoamericani negli Stati Uniti, in particolare quello avvenuto a New Orleans nel 1891, che è uno degli episodi più tragici della storia dell’emigrazione italiana (l’uccisione di 11 italiani da parte di una folla inferocita, dopo che erano stati assolti dall’accusa di aver assassinato il capo della polizia locale). L’anno dopo nel 1892 la prima celebrazione ufficiale del viaggio di Colombo attraverso l’Atlantico: ebbe luogo non a caso insomma.

“L’ironia è che Colombo non ha mai calpestato quella che oggi è la terraferma del Nord America, pur essendo diventato un punto di riferimento dopo il linciaggio degli immigrati italoamericani negli anni Novanta del XIX secolo” scrive Time nella newsletter, particolarmente critica. “Colombo era un emblema della storia agiografica delle origini della nazione, proprio come la Mayflower o i suoi pionieri del West. Come ha saggiamente osservato Stephen Sondheim, i bambini ascoltano le storie che gli vengono raccontate, e quei miti sono difficili da scrollarsi di dosso una volta che prendono piede”.

Va detto che l’episodio citato da Time rifletteva il forte sentimento anti-italiano dell’epoca, alimentato da stereotipi e pregiudizi contro gli immigrati, soprattutto quelli provenienti dal Sud Italia. Il Columbus Day divenne una festa federale ufficiale nel 1934, durante l’amministrazione del presidente Franklin D. Roosevelt, ma la prima volta che venne celebrata – 1892 – lo fu in un periodo di forte sentimento anti italiano.

Tempi decisamente diversi e poco paragonabili quelli di oggi. Va comunque sottolineato che l’iniziativa di queste ore annunciata da Trump è piaciuta molto alla comunità italiana e il presidente e Ceo della Niaf ha detto di aver apprezzato attraverso i suoi canali ufficiali. E diversi gruppi italoamericani hanno elogiato il messaggio di Trump di domenica; uno di loro lo ha definito “profondamente simbolico”.

Va però notato che la stampa americana, in seguito al post su Truth di Trump relativo al Columbus Day ha mostrato forte attenzione ed è tornata a parlare anche di immigrazione italiana. “I Democratici hanno fatto tutto il possibile per distruggere Cristoforo Colombo, la sua reputazione e tutti gli italiani che lo amano così tanto”, ha scritto domenica il presidente Usa su Truth Social, la sua alternativa alla piattaforma precedentemente nota come Twitter. “Hanno abbattuto le sue statue e non hanno messo altro che ‘WOKE’, o peggio ancora, niente di niente! Beh, sarete felici di sapere che Cristoforo farà un grande ritorno. Con la presente, reintroduco il Columbus Day con le stesse regole, date e luoghi, come è stato per tutti i molti decenni precedenti!”

Già un altro media americano, Axios aveva replicato a Trump, mettendo in dubbio il suo potere relativo all’istituzione della festività che cade ad ottobre. Time fa un passo in più: “Per essere chiari: Trump non ha il potere di dichiarare unilateralmente una festa nazionale. Né qualcuno ha “distrutto” la festa; Biden ha emesso proclami che riconoscevano il Columbus Day ogni anno. Allo stesso tempo, ha riconosciuto l’Indigenous Peoples Day, ma il Congresso non l’ha designato come festa federale. Un’azione simile sarebbe necessaria per rimuovere il Columbus Day dal novero delle feste federali. Il Congresso non l’ha fatto. I membri del Congresso hanno tentato un paio di volte di declassare Columbus cambiando il nome della festa, ma questi sforzi sono falliti. Diverse statue di Colombo sono state rimosse negli ultimi anni, ma non è che l’Ohio abbia intenzione di rinominare la sua capitale a breve (Columbus, ndr). Persino nella Manhattan di oggi, Columbus Circle ha ancora al centro il suo omonimo alto 23 metri, un monumento sviluppato in risposta ai violenti linciaggi degli immigrati italoamericani”.

Il rimando è a un’opinione apparsa sul New York Times il 9 ottobre 2017, dal titolo “Abbattere le statue di Colombo significa anche abbattere la mia storia” e a firma di John M. Viola. “Ci sono molti monumenti dedicati a Franklin Roosevelt e, sebbene abbia permesso che nippo-americani e italo-americani fossero internati durante la Seconda Guerra Mondiale, noi, come gruppo etnico, non chiediamo che le sue statue vengano distrutte” aveva scritto Viola. “Noi della National Italian American Foundation condanniamo fermamente la deturpazione dei monumenti storici e ci aspettiamo che i funzionari eletti e le forze dell’ordine proteggano i nostri memoriali pubblici da ulteriori danni, in modo che si possa avviare un dibattito autentico sul loro ruolo nella società moderna. Crediamo che Cristoforo Colombo rappresenti i valori della scoperta e del rischio che sono al centro del sogno americano, e che sia nostro compito, in quanto comunità più strettamente legata alla sua eredità, essere in prima linea in un percorso delicato e coinvolgente verso una soluzione che tenga conto di tutte le parti” aveva aggiunto.

Non su Time ma nell’opinion su NYT (datata 2017) si sottolineava inoltre che per innumerevoli persone nella comunità italiana, “Colombo e il Columbus Day rappresentano un’opportunità per celebrare il nostro contributo a questo Paese”. Ovvero gli Usa. “Anche prima dell’arrivo di un gran numero di immigrati italiani tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Colombo era una figura attorno alla quale schierarsi contro il diffuso anti-italianismo dell’epoca. Era un personaggio popolare e utile al centro delle celebrazioni nazionali, una rara figura nella storia americana antica libera da qualsiasi legame con l’Impero britannico, da poco sconfitto”.