Già da molti decenni l’ attenzione degli scienziati si è concentrata sugli effetti indotti dall’ uomo sull’ ecosistema ( effetti antropici ) . Roma ha ospitato nel 1972 il primo grande evento sul clima promosso dal Club di Roma  (CR) ; il rapporto finale del CR metteva in guardia da uno sviluppo crescente senza regole e senza controllo sottolineando come le risorse del nostro pianeta non sono infinite e pertanto non è ipotizzabile una continua escalation produttiva con accumulo di rifiuti e di scarti . Gli anni immediatamente seguenti hanno dimostrato come la realtà climatica stesse evolvendo anche peggio di quanto lucidamente preannunciato dal CR . Si sono moltiplicati i contributi scientifici sul tema ; finalmente (1) l’ ONU nel 1988 ha costituito l’ IPCC ( International Panel on Climate Change ) un organismo tecnico incaricato di valutare la situazione climatica complessiva mondiale e di produrre rapporti aggiornati a disposizione degli Stati membri.   E’ proprio dal lavoro dell’ IPCC che è scaturita la prima Conferenza dell’ ONU sul problema climatico ( UNFCCC – United Nations Framework Convention on Climate Change  ) tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992 . Da allora si sono tenuti ben 24 incontri di questo genere ( COP ) con risultati veramente modesti ; hanno prevalso gli interessi nazionali , le logiche di breve periodo. Le due tappe  in assoluto più importanti di questo lungo e travagliato percorso sono state le COP di Kyoto del    1997 (2 ) e quella di Parigi del 2015 (3) . La COP di Kyoto stabilì che i paesi industrializzati + i paesi dell’ Est Europa avrebbero ridotto le emissioni di gas clima-alteranti di almeno il  5.2 % ma intanto l’ accordo non comprendeva la Cina e l’ India che nei decenni seguenti avrebbero sviluppato con i combustibili fossili enormemente le proprie economie ; Kyoto aveva il grande merito di seguire una logica di tipo top-down ossia venivano stabiliti  dal protocollo gli obbiettivi e anche il riparto delle emissioni  tra i vari stati . Nel 2015 c’ è stata la Conferenza di Parigi interamente basata sul concetto down-top ; gli Stati aderenti hanno la possibilità di scegliere liberamente il contributo da dare al decremento di emissione di gas serra ; questo contributo deve essere aggiornato periodicamente e comunque degli organismi tecnici controllano il rispetto degli impegni ; non è prevista nessuna sanzione . E’ un accordo tutto politico ma con scarsa valenza pratica ; peraltro gli Stati Uniti si sono ritirati dall’ accordo e il ritiro è esecutivo dal 4 novembre 2020. 

A questo punto vediamo esattamente come e perché si sta modificando la temperatura del nostro pianeta. Gli elementi fondamentali che contribuiscono all’ innalzamento della temperatura sono l’ emissione di gas serra da parte dei combustibili fossili nonché la variata destinazione d’ uso del suolo ( deforestazione , aumento dei terreni utilizzati per allevamento etc. ) . I gas serra più importanti sono : l’ anidride carbonica ( CO2) , il protossido di azoto ( N2O ) , il metano ( CH4) ; questi gas derivati dalla combustione formano una sorta di cappa , di ispessimento dell’ atmosfera che aumenta la frazione di energia emessa dalla superficie terrestre e rifratta dall’ atmosfera verso il basso . L’ aumento significativo dell’ effetto delle azioni umane sui gas serra in atmosfera partono circa dal 1750 ossia dall’ inizio dell’ era industriale ; dal 1750 a oggi l’ anidride carbonica è aumentata del 40 % e il metano del 150 % (4) ; in quantità assoluta il metano è nettamente inferiore all’ anidride carbonica ma il suo effetto serra è 28 volte superiore . L’ aumento di temperatura già avvenuto dal 1750 a oggi è di 1.1° ma i processi in atto sono tali per cui anche se smettessimo di immettere gas serra verosimilmente si avrebbe comunque un ulteriore aumento di 0,6 gradi . Gli effetti descritti innescano dei circoli viziosi che aumentano gli effetti serra in maniera esponenziale ; ne riporto solo uno , quello del vapore acqueo , per 1 grado centigrado in più di temperatura dell’ atmosfera il vapore acqueo in essa aumenta del 7 % ma il vapore acqueo è il gas a effetto serra naturale più importante e quindi a catena l’ effetto serra  cresce sempre di più. Se continuiamo le attività umane come oggi , a fine secolo l’ aumento di temperatura sulle terre emerse sarebbe di 5° ma ai poli molto di più ; immaginiamo cosa succederebbe se le economie in rapida crescita ( Cina , India p.e. ) esplodessero e se la popolazione mondiale passasse , come si prevede , dai 7.7 miliardi attuali agli 11 miliardi nel 2100.  In sostanza stiamo rischiando di trasformare il nostro pianeta in un deserto con enormi conseguenze che , secondo molti studiosi , potrebbero mettere in pericolo la sopravvivenza stessa della specie umana , in pratica superare le capacità di resilienza dei singoli , degli stati , della comunità umana mondiale.

 

Ma rimanendo nel concreto le alterazioni climatiche non sono una realtà che ci tocca solo marginalmente , consideriamo  gli effetti sulla nostra Italia . A proposito di eventi estremi nel novembre del 2019 piogge copiose e protratte hanno colpito Genova con danni notevolissimi arrecati a un habitat idrogeologico già fragile ; questi fenomeni  sono destinati ad aumentare in frequenza ed intensità . Un altro esempio è l’ acqua  alta che ha interessato Venezia alla fine del 2019 ; si calcola che il livello dei mari aumenta di 3.5 mm ogni anno ; a fine secolo il livello salirà tra 50 e 100 cm forse anche di più ; che ne sarà di Venezia , di alcuni arcipelaghi del Pacifico , di ampia parte del Bangladesh ? Consideriamo ancora la siccità che ha colpito Roma nel 2017 con un pesante abbassamento del livello del lago di Bracciano . Peraltro la siccità sta già causando  danni enormi in Siria con intere popolazioni costrette a migrare , nella progredita Australia dove intere aree del Paese sono in preda a incendi devastanti  che si riesce a domare solo con estrema difficoltà e comunque con perdita di biodiversità e di vaste aree boschive . I ghiacciai si stanno sciogliendo rapidamente sia ai poli che in alta montagna (5);per quanto riguarda l’ Artico si calcola che il ghiaccio è diminuito del 50 % rispetto all’ era preindustriale , il ghiaccio residuo dei mesi estivi è fortemente ridotto tanto che si riparla di passaggio a Nord-Ovest per le rotte commerciali .  Non possiamo far finta di nulla ; le conseguenze dello shock climatico sono vicine e terribili . Solo un sano rinsavimento della specie umana può  fermare un trend che va verso il baratro (6).

A questo punto ci dobbiamo chiedere cosa concretamente è possibile fare .

Sicuramente possiamo fare moltissimo come singoli e come comunità. Intanto è assolutamente urgente porre mano al dissesto idrogeologico con numerosi interventi su tutto il territorio nazionale dove lo stato di incuria e abbandono è segnato dai ripetuti eventi calamitosi che punteggiano gli ultimi anni ; non ha alcun senso gestire solo l’ emergenza . Per quanto riguarda la possibile ventura siccità è necessario mettere mano a lavori strutturali  come dighe , canali , revisione radicale della nostra rete idrica che è un autentico colabrodo. Per quanto riguarda le case l’ isolamento termico ( meglio noto come cappotto ) farebbe risparmiare notevolmente le famiglie , le imprese , la pubblica amministrazione e soprattutto ridurrebbe il consumo energetico ; un provvedimento strettamente connesso è l’ utilizzo delle rinnovabili (pannelli solari) che se utilizzate  diffusamente  decurterebbero in maniera significativa l’ uso dei combustibili fossili (7). Anche nel campo dei consumi individuali è necessario invertire la direzione di marcia passando a uno stile di vita più sobrio : contenimento degli scarti alimentari, riduzione del consumo di carne la cui produzione  (soprattutto l’ allevamento dei bovini ) è responsabile di circa un quarto delle emissioni , utilizzo di auto elettriche al posto di SUV da 5 km a litro , ridurre gli spostamenti aerei che incidono moltissimo sulle emissioni di CO2   , limitare al massimo l’ uso di materiali non riciclabili come la plastica , consumare prodotti alimentari a filiera corta ; dobbiamo fare un notevole sforzo di cambiamento in direzione di abitudini di vita compatibili con l’ ecosistema (8, 9) .

Per raggiungere gli obbiettivi auspicabili è tuttavia necessario perseguire strategie internazionali complessive di abbattimento delle emissioni da combustibili fossili . L’ UNEP (United Nations Enviromental Program ) in un recente rapporto ha stabilito che per ottenere l’ obbiettivo di contenimento  dell’ aumento di  temperatura entro 1.5 ° rispetto ai valori preindustriali è necessario abbassare ogni anno le emissioni del 7.6 % per il prossimo decennio . Ma l’ opinione generale è che tale target sia molto difficilmente perseguibile . L’ Unione europea (10) ha scelto di divenire carbon neutral entro il 2050 e ha portato il target di riduzione percentuale dal 40 al 50-55 % per il 2030 . Naturalmente le forze che remano contro questi obbiettivi sono molte e forti : leader negazionisti come Bolsonaro in Brasile o Trump negli Stai Uniti , interessi delle grandi multinazionali dei fossili . Non mancano segnali incoraggianti p.e. il disaccoppiamento del PIL rispetto alle emissioni clima-alteranti ; nell’ ultimo decennio le emissioni sono aumentate del 15 % rispetto a un aumento del PIL del 45 % . E’ comunque chiaro che la strada da percorrere in fretta e in maniera massiva è quella delle energie rinnovabili. I prezzi del solare e dell’eolico sono crollati ; oggi un modulo fotovoltaico costa il 90 % in meno di 10 anni fa . L’ energia eolica e quella fotovoltaica copriranno nel 2020 circa il 10 % del fabbisogno complessivo energetico ; nel 2019 in Europa l’ elettricità verde ha superato quella da fossili .

Ma l’elettricità verde riuscirà a soddisfare l’ intero fabbisogno energetico entro il 2050? Alcuni paesi a tal proposito si sono dati anche obiettivi più ambiziosi la Danimarca e l’Austria nel 2030 , la Scozia nel 2020 , le Hawai e il New Mexico nel 2045 . Le principali difficoltà riguardano l’ utilizzo delle rinnovabili nella mobilità e nel riscaldamento . Ma la strada è ormai tracciata in maniera univoca ; le grosse compagnie dell’ automotive stanno investendo pesantemente ( 300 miliardi di dollari nei prossimi 5-10 anni ) nelle auto elettriche ; il calo dei costi di produzione delle batterie al lito sarà decisivo . Per quanto riguarda il riscaldamento politiche mondiali che puntino verso sgravi fiscali tipo ecobonus sono sempre più perseguite dai governi e appetite dagli utenti .

E’ comunque inevitabile associare a quanto sopradetto strumenti dissuasivi ; quello ampiamente condiviso   è la carbon tax (11) ossia una tassa governativa su ogni tonnellata di CO2 emessa ; alcuni stati la applicano già ma l’ entità della tassazione è spesso troppo bassa ( valore medio in 28 paesi che l’ hanno adottata 2 $ a tonnellata) ; il Fondo Monetario Internazionale ritiene che bisogna arrivare a 75 $ a tonnellata . L’ altro strumento è la riduzione e poi l’ abolizione degli sgravi fiscali e dei sussidi per i combustibili fossili ( pescatori camionisti , agricoltori ) ; perché questi tagli siano socialmente accettabili è necessario indicare in maniera chiara come verranno utilizzati i ricavi p.e. un carbon dividend per le fasce più svantaggiate della popolazione ossia p.e. un credito fiscale proporzionale agli introiti della carbon tax. Occorre insomma che la politica energetica non sia più considerata dagli Stati una cenerentola ma diventi centrale e soprattutto che la sua necessità e i suoi fini siano largamente condivisi dalla popolazione con un’ adeguata campagna di informazione .

Esistono anche proposte di tipo ingegneristico per ridurre i gas clima-alteranti :

  • Iniettare aerosol negli strati alti delle nubi per aumentare la quota di calore riflessa verso lo spazio anziché verso il suolo 
  • Catturare la CO2 e immagazzinarla in vario modo p.e. nelle cavità sotterranee dell’ Islanda (12)

In conclusione il decennio che ci attende sarà decisivo per le sorti del nostro pianeta e per la stessa specie umana . Il problema climatico non è un’ invenzione di spiriti gentili ma una tragica realtà che sta sempre più disegnando scenari drammatici . Siamo interpellati tutti come famiglia umana per cambiare stili di vita , per validare nuove forme di produzione e di creazione energetica , per ricercare diverse modalità di controllo sull’ economia e la tecnologia mondiale . E’ una sfida ardua ma avvincente che si costruirà giorno per giorno anche a partire dalla base , dai cittadini , dai corpi intermedi .