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venerdì, 21 Novembre, 2025
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Conti pubblici, Moody’s alza il rating dell’Italia dopo 23 anni

Roma, 21 nov. (askanews) – Dopo 23 anni Moody’s ha alzato di un gradino il rating dell’Italia e lo ha portato a Baa2 da Baa3, quella che era una valutazione appena un gradino al di sopra del livello ritenuto speculativo. L’agenzia di rating ha aggiunto che l’outlook è tornato “stabile” dal precedente “positivo”. Soddisfazione a caldo è stata espressa dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “Siamo soddisfatti della promozione di Moody’s, la prima dopo 23 anni. Un’ulteriore conferma della ritrovata fiducia in questo governo e dunque nell’Italia”, ha commentato in una nota il ministro.

“L’innalzamento del rating – ha spiegato Moody’s – riflette una solida storia di stabilità politica e strategica, che rafforza l’efficacia delle riforme economiche e fiscali e degli investimenti attuati nell’ambito del Pnrr. Prevediamo che questo contesto politico continuerà anche oltre la scadenza del piano, prevista per agosto 2026”.

Per Moody’s “l’Italia sta compiendo notevoli progressi nel raggiungimento degli obiettivi e delle tappe del Pnrr, posizionandosi al primo posto tra tutti i Paesi dell’Ue in termini di numero di richieste di pagamento ed erogazioni”.

Il governo si impegna a mantenere elevati investimenti pubblici anche dopo la fine del Pnrr. “Secondo il progetto di bilancio 2026, gli investimenti pubblici rimarranno superiori al 3,5% del Pil per tutto il periodo 2026-2028. Poiché si è creato spazio contenendo la spesa corrente e aumentando le entrate, riteniamo che questi piani di investimento siano probabili. A loro volta, investimenti pubblici sostenuti miglioreranno il profilo creditizio dell’Italia attraverso il miglioramento delle infrastrutture e della competitività e sosterranno la crescita economica”.

Il solido settore bancario, i solidi bilanci del settore privato e la sana posizione esterna “sono ulteriori fattori di sostegno alla stabilità economica. Questi fattori economici positivi attenuano, ma è improbabile che riescano a compensare completamente, l’impatto negativo sulla crescita potenziale dell’Italia dovuto all’invecchiamento della popolazione”, ha evidenziato l’agenzia.

Inoltre, ha rilevato Moody’s “la crescita del gettito fiscale ha superato quella del Pil nominale dal 2021. Ad esempio, le imposte dirette e indirette sono cresciute in media del 6% su base annua dal 2023, superando la crescita media del Pil nominale del 4,4% nello stesso periodo. In un contesto di stabilità politica e di policy, ci aspettiamo che il governo italiano sia in grado di continuare a realizzare il consolidamento fiscale attraverso misure di entrate e di spesa”. L’agenzia di rating si aspetta “un aumento degli avanzi primari, che sosterrà un graduale calo del rapporto debito pubblico/Pil a partire dal 2027”.

Tuttavia sul fronte negativo, “la riduzione dell’elevato onere del debito italiano dipende da una crescita del Pil relativamente robusta e da un aumento degli avanzi primari di bilancio. Ciò significa che una crescita più lenta o un risanamento fiscale meno pronunciato di quanto attualmente previsto farebbero deragliare le nostre proiezioni di una riduzione dell’onere del debito”, ha aggiunto l’agenzia di rating.