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venerdì, 7 Novembre, 2025
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Cop30, il Papa: se volete coltivare la pace abbiate cura del creato

Roma, 7 nov. (askanews) – “Se volete coltivare la pace, abbiate cura del creato. Esiste un chiaro legame tra la costruzione della pace e la tutela del creato”. Lo scrive Papa Leone XIV in un messaggio letto dal cardinale Pietro Parolin a tutti i partecipanti alla trentesima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, a Belèm, in Brasile. Il Santo Padre, citando Benedetto XVI, aggiunge: “‘La ricerca della pace da parte degli uomini di buona volontà diventerebbe sicuramente più facile se tutti riconoscessero l’indivisibile relazione tra Dio, gli esseri umani e l’intera creazione “Se da un lato, in questi tempi difficili, l’attenzione e la preoccupazione della comunità internazionale sembrano concentrarsi principalmente sui conflitti tra le nazioni, dall’altro, vi è anche una consapevolezza sempre crescente che la pace è minacciata anche dalla mancanza del dovuto rispetto per il creato, dal saccheggio delle risorse naturali e da un progressivo declino della qualità della vita a causa dei cambiamenti climatici”, continua il Pontefice. “A causa della loro natura globale, queste sfide mettono in pericolo la vita di tutti su questo pianeta e richiedono quindi cooperazione internazionale e un multilateralismo coeso e lungimirante che metta al centro la sacralità della vita, la dignità donata da Dio a ogni essere umano e il bene comune”.

Ma “purtroppo, osserviamo approcci politici e comportamenti umani che vanno nella direzione opposta, caratterizzati da egoismo collettivo, disprezzo per gli altri e miopia. “Nel mezzo di un mondo in fiamme, a causa sia del riscaldamento globale che dei conflitti armati”, questa Conferenza dovrebbe diventare un segno di speranza, attraverso il rispetto mostrato per le opinioni degli altri nello sforzo congiunto di ricercare un linguaggio e un consenso comuni, mettendo da parte gli interessi egoistici, tenendo presente la responsabilità reciproca e quella delle generazioni future”.