Il tema principale del vertice sociale trilateral è stato “Per un’Europa più forte, più unita e più proiettata verso il futuro“. Le discussioni si sono articolate intorno a tre sottotematiche:
- 50 anni di mobilità dei lavoratori – sfruttare al meglio la libera circolazione dei lavoratori a favore di mercati del lavoro ben funzionanti
- investire in un mercato unico approfondito e più equo
- prendere le mosse da un nuovo inizio del dialogo sociale per delineare il nuovo mondo del lavoro
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha sottolineato: “Negli ultimi quattro anni abbiamo posto le priorità sociali dove è giusto che siano: al centro dell’agenda europea. Sono stati creati 12 milioni di nuovi posti di lavoro, il tasso di occupazione è a livelli record, la disoccupazione ai livelli più bassi dall’inizio del secolo. A seguito della proclamazione del pilastro europeo dei diritti sociali, si è raggiunto un accordo su 25 delle iniziative in campo sociale proposte dalla Commissione. I lavoratori distaccati che fanno lo stesso lavoro nello stesso luogo godranno delle stesse condizioni salariali. Ai genitori e ai prestatori di assistenza sarnno offerte nuove opportunità per conciliare attività professionale e vita familiare. Milioni di lavoratori saranno meglio informati in materia di diritti sul lavoro e di protezione sociale, nonché meglio tutelati riguardo alle sostanze chimiche cancerogene. È istituita un’Autorità europea del lavoro. Rivolgo a tutti il mio invito a consolidare tali progressi e a rafforzare ulteriormente l’Europa sociale nei prossimi mesi e anni.
Da parte della presidenza di turno, la premier rumena, Viorica Dăncilă, ha affermato: “La presidenza rumena dell’UE è incentrata sulla coesione in quanto valore comune europeo, intesa a creare un’Unione sicura, dinamica e forte in un contesto internazionale impegnativo e in continua evoluzione. Gli sforzi della presidenza sono finalizzati alla tutela dei diritti dei cittadini europei, sostenendo nel contempo il contesto imprenditoriale.
Nel prossimo decennio assisteremo a profonde trasformazioni a livello economico e sociale, dettate dalla digitalizzazione e dalla decarbonizzazione. Tali trasformazioni determineranno sfide e opportunità cruciali per il futuro dell’Europa, per il suo consolidamento interno, nonché per il rafforzamento della sua posizione come attore globale. In tale contesto, dobbiamo concentrarci su investimenti mirati e sul continuo sviluppo e adeguamento delle competenze della forza lavoro. La mobilità dei lavoratori, una delle libertà fondamentali dell’Unione, deve essere accompagnata da meccanismi appropriati che sostengano il modello sociale europeo. Tali riforme devono coinvolgere i partner sociali europei.
Il vertice odierno ha rispecchiato la complessità delle sfide che l’Unione si trova ad affrontare, ma ha evidenziaato anche la volontà di tutte le parti interessate di lavorare insieme nella costruzione di un futuro europeo di prosperità”.
Il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (CES), Luca Visentini, ha affermato: “L’UE non sta riuscendo nell’intento di assicurare ai lavoratori una vita dignitosa. Vi è urgente bisogno di rendere il nostro continente un luogo dove i lavoratori possano vivere e lavorare al meglio. La risposta può venire da maggiori investimenti pubblici e privati, una reale politica industriale, una fiscalità progressiva ed equa, prima vi fenomeni di evasione ed elusione su vasta scala; occorre inotlre avviare ogni Stato membro negoziati tra datori di lavoro e sindacati per aumentare i salari, rilanciare la prodittività e ridurre le ineguaglianze. Occorre inoltre gestire in modo proattivo la transformazione digitale e la decarbonizzazione della nostra economia, in modo da non lasciare indietro nessuna regione.”
Il presidente di BusinessEurope Pierre Gattaz, in rappresentanza dei datori di lavoro (BusinessEurope, CEEP, UEAPME), ha dichiarato: “L’UE si sta dimostrando incapace di sviluppare aziende leader a livello mondiale. La ripresa è lenta e vi è urgente bisogno di rendere il nostro continente un luogo ideale dove avviare e sviluppare attività economiche. La risposta risiede nella creazione di un contesto favorevole alle imprese, con servizi efficienti di interesse generale che promuovono maggiori investimenti pubblici e privati. È necessario favorire la crescita a livello nazionale e varare riforme favorevoli all’occupazione, aumentare la produttività, milgliorare gli aspetti strategici della politica industriale, integrare le PME nelle catene di valore europee e mondiali ed infine mantenere gli impegni sul completamento del mercato unico. Occorre inoltre sostenere la trasformazione digitale della nostra economia e promuovere l’innovazione gli investimenti nello sbviluppo delle competenze, un elemento essenziale sevogliamo realizzare una crescita costante e inclusiva in futuro.