La Costituzione americana, approvata nel 1788, è sempre stata ritenuta un modello esemplare per garantire l’equilibrio tra i poteri dello stato (checks and balances) anche se con il passare del tempo sono accresciuti nella realtà i poteri di direzione politica del Presidente.
Executive Orders come editti
Le decisioni assunte da Donald Trump in questo secondo mandato sono una chiara rottura dell’ordine costituzionale. La modifica della politica estera e degli obblighi internazionali consolidati nel tempo, l’introduzione dei dazi, la cancellazione di agenzie pubbliche, il licenziamento di dipendenti pubblici, etc. sta avvenendo con degli Executive Orders che non sono atti amministrativi, ma editti e proclami di una sola persona al comando. Così il presidente sta espropriando i poteri del Congresso. Non solo, queste “novità” sono accompagnate da minacce a testate giornalistiche, università, studi legali, agenzie governative e a giornalisti, giudici, oppositori politici. Se si aggiunge che Trump sembra addirittura compiacersi di disobbedire alle decisioni giudiziali emesse contro di lui, appare evidente che il Paese, che ha insegnato la democrazia al mondo, ha una crisi di democrazia.
L’avvertimento di Cato
Nel 1787 un libellista, ritenuto probabilmente il governatore di allora di New York, lanciò, con lo pseudonimo di Cato, l’avvertimento più lungimirante della storia americana. Esaminando la proposta di Costituzione dichiarò che avrebbe potuto trasformarsi in un veicolo di tirannia perché non conteneva norme che limitassero il potere del Presidente e dell’esecutivo. Cato sosteneva: “con questa Costituzione se il presidente è ambizioso, ha potere e tempo sufficienti per rovinare il suo paese”.
Difetti nascosti della Costituzione
A questo proposito David French in un articolo dal titolo Una frase della Costituzione sta causando enormi problemi all’America, pubblicato sul New York Times del 21 agosto, sostiene di trovarsi come molti americani “nella curiosa posizione di venerare la Costituzione come un documento storico mondiale che ha promosso libertà e giustizia, e di riconoscere che contiene una serie di difetti. Molti dei difetti della Costituzione rimangono nascosti quando l’America è governata da uomini perbene, ma diventano evidenti e pericolosi quando non lo è. Un carattere poco virtuoso crea uno stress test costituzionale, e può rivelare difetti fatali proprio come uno stress test fisico può mettere a nudo i difetti del cuore”.
La teoria del potere esclusivo
Il presidente Trump sta mettendo sotto stress la Costituzione con l’obiettivo di poterla modificare nella prassi utilizzando gli spazi lasciati involontariamente vaghi dai “Padri Fondatori” degli Stati Uniti. La sua teoria è chiaramente descritta da Jack Goldsmith, professore di legge ad Harvard: “a) la Costituzione attribuisce tutto il potere esecutivo al presidente; b) tutti i funzionari esecutivi subordinati sono rimovibili a piacimento dal presidente; c) il dovere del presidente, ai sensi dell’articolo II, di ‘assicurarsi che le leggi siano fedelmente eseguite’ implica un potere presidenziale esclusivo di decidere quali leggi applicare e quali no; e d) il presidente può quindi dirigere e controllare tutti i funzionari esecutivi subordinati”.
Pensare che si è obbligato sotto giuramento a “eseguire fedelmente” il mandato presidenziale e a “preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti”. Non va dimenticato però che, soltanto un mese dopo, Trump ha postato con evidente compiacimento sui suoi profili social una falsa copertina del Time che lo ritrae con la corona dei sovrani in testa.