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Crolla (AmCham): dazi Usa servono per portare gli Stati a negoziare

Milano, 12 feb. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Tutti hanno paura dei dazi di Donald Trump, ma la scelta dal punto di vista statunitense ‘non è campata per aria: sono un modo per portare gli Stati a negoziare’, spiega ad askanews Simone Crolla, consigliere delegato dall’aprile 2009 della American Chamber of Commerce in Italy (AmCham), ovvero la ‘Confindustria Americana in Italia’, nonché uno dei maggiori conoscitori dei rapporti economici e commerciali transatlantici, tra Italia e Stati Uniti (già deputato e vice capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio).

‘Si dice sempre che Trump sia imprevedibile – afferma Crolla – ma invece è abbastanza prevedibile. I dazi saranno gli stessi che sono stati applicati nel 2017 contro l’Unione Europea e ovviamente anche verso l’Italia. Per il momento Trump ha fatto due cose, con un ‘presidential memorandum’: ha ordinato allo USTR, che è l’agenzia americana per il commercio con l’estero (United States Trade Representative, spesso abbreviato in USTR, ndr) di studiare il perché dello sbilancio commerciale, del deficit commerciale americano, verso il resto del mondo. Alla fine di quest’analisi, che avverrà il primo di aprile, si capirà se gli Stati Uniti applicheranno dei dazi su merci, le più varie, nei confronti dell’Europa e di conseguenza anche dell’Italia. Nel 2017 questo capitò, ma il problema fu poi risolto velocemente, le esportazioni anche di prodotti alimentari ebbero un piccolo contraccolpo iniziale, ma poi ripresero e dopo il Covid, perché ovviamente non ce lo dimentichiamo, ci fu un record anche nelle esportazioni italiane che perdura fino ai giorni nostri. Quindi il primo di aprile si capirà quali tipi di tassazione aggiuntiva verrà applicata, se verrà applicata. Al momento con un altro memorandum proprio di ieri, (Trump) ha applicato una tariffa del 25% su tutte le importazioni americane di steel e alluminium’.

Ma intanto non si resta con le braccia incrociate. AmCham – che quest’anno compie 110 anni – è molto attiva e già questa settimana, nel giorno di San Valentino, cade un appuntamento importante: venerdì 14 febbraio a Napoli, città simbolo del Mezzogiorno italiano, delle sue potenzialità di sviluppo e sede di tanto Made in Italy, si tiene la riunione a porte chiuse del Board of Directors di American Chamber of Commerce in Italy, presso la sede centrale della Petrone Group, con la partecipazione, tra gli altri, anche dell’attuale presidente di Amcham Italy, Stefano Lucchini, e dello stesso Crolla.

E mentre tutto il mondo parla dei dazi americani voluti da Trump, Crolla alla luce della sua lunga esperienza, spiega che sono una ‘manovra meditata’ e hanno un ‘sottofondo di verità’, dice. A suo avviso alcuni Paesi abusano di una posizione dominante, per inondare il mercato americano di una produzione di acciaio e alluminio che invece potrebbe essere prodotta negli Stati Uniti d’America, ma essendo meno costosa quella importata, con del dumping all’origine, viene preferita. Trump ‘vuole riequilibrare questo sistema. Questi dazi appunto sono destinati a essere uno strumento economico, per ridare fiato alla loro industria e alla loro economia, con l’incasso di queste gabelle. Però sono anche un modo per portare gli stati a negoziare al tavolo rispetto ai suoi reali obiettivi come è avvenuto con Canada e Messico’, dichiara.

Askanews: I dazi per l’Italia in particolare cosa comportano?

Crolla: ‘Al momento ci sarà un dazio del 25% sulle esportazioni di alluminio e acciaio, esportazioni che erano già state colpite a suo tempo – poi ci fu una sorta di pace che a questo punto è stata interrotta – e verranno ripristinate. Nel mentre però i grandi produttori di acciaio e alluminio italiani si sono riposizionati sul mercato americano, investendo anche in capacità produttiva locale. Quindi l’acciaio italiano potrebbe oggi essere prodotto comunque in America e questo naturalmente eviterebbe di essere colpiti dal dazio. Queste tariffe entreranno in vigore il 12 marzo sull’acciaio e alluminio: da ora parte una trattativa, anche diplomatica, per cercare di capire se si può ottenere una esenzione come già accaduto nel 2017’.

Askanews: C’è davvero da aver paura della Golden Age di Donald Trump oppure può diventare un’opportunità per le imprese italiane?

Crolla: ‘Il Trump pensiero è un pensiero noto sin dalle famose interviste del 1990, fino naturalmente al primo mandato, alla campagna elettorale recente e a tutto quello che conseguentemente sta facendo e sta applicando. Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo leggere attentamente tra le righe, dobbiamo andare a vedere le sue dichiarazioni, dobbiamo andare a vedere che cosa ha fatto nel 2017 e da lì intuire quella che può essere una traiettoria anche di relazioni che prenderà una certa piega piuttosto che un’altra, in base a quella che sarà anche la nostra reazione, sia politica che commerciale, a quelle che sono gli intendimenti e anche gli ordini esecutivi che sta applicando. Quindi non c’è una ricetta nel sapere che cosa fare, però tutto è abbastanza prevedibile perché più o meno è già stato detto, si tratta di capire e immaginare una risposta che possa consentire ai due blocchi, in questo caso Europa e Stati Uniti, di avere una relazione che sia quantomeno fair e alla pari’.

Askanews: Qualcuno dice che c’è una grande distanza tra quello che lui dice e quello che fa, è così?

Crolla: ‘In realtà non è vero, perché quello che dice Trump è quello che ha detto, pensato e ha già fatto anche in passato. Sappiamo perfettamente quelli che sono i suoi pensieri, sono sempre quelli e riguardano un riequilibrio della bilancia commerciale americana che vive un eccessivo deficit rispetto al resto del mondo, Europa in particolare, un contenimento dell’immigrazione illegale – quindi dei crimini connessi con essa – e un ripotenziamento, il famoso Make America Great Again, dell’economia americana a 360 gradi. Sapendo questo e andando a leggere, a guardare, ad ascoltare quello che ha sempre detto e poi anche fatto, capiremo, e possiamo facilmente intuire, quello che vorrà fare anche in questa amministrazione’.

Askanews: Gli imprenditori italiani devono avere paura della Golden Age o che cosa possono fare in questa nuova età dell’oro?

Crolla: ‘La Golden Age americana è sempre esistita, anche nel tempo in cui Trump aveva il suo massimo splendore, appunto negli anni 80 e dagli anni 80 in avanti gli investimenti, in questo caso italiani, in America, sono cresciuti tantissimo, negli ultimi 15 anni, anche durante la prima presidenza Trump, sono saliti del 400%, quindi un’America forte anche con dei dazi che vanno comunque sia capiti e magari limitati, significa anche un’Europa e un’Italia forte: la Golden Age americana può creare delle tensioni geopolitiche inevitabilmente, ma da un punto di vista economico potrebbe assolutamente beneficiare anche i tanti imprenditori italiani che là vendono le loro merci o che là hanno localizzato parte della loro produzione’.

Askanews: Lei pensa che come Italia abbiamo una carta in più da giocare?

Crolla: ‘Abbiamo una carta in più, se si vuole anche politica, perché la nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni è riuscita a ritagliarsi uno spazio di dialogo molto importante e prezioso in questo momento. Ma abbiamo un’altra carta in più perché i prodotti del Made in Italy sono difficilmente replicabili – se non falsificati – negli Stati Uniti e quindi di ci sarà sempre bisogno. Poi l’Italia è comunque un Paese importante, un alleato economico, politico, militare molto importante, molto collegato agli Stati Uniti d’America, sono oltre 20 milioni di italoamericani che – più o meno – vivono in quel Paese e che – più o meno – hanno votato questo Presidente. L’Italia in America è ben presente, ben rappresentata e difficilmente verrà limitata a questa relazione molto virtuosa’.

Askanews: Insomma è un partner commerciale a cui noi non possiamo rinunciare e non è il caso di rinunciare.

Crolla: ‘Non possiamo rinunciare, le più importanti esportazioni italiane proprio in volume vanno verso gli Stati Uniti, i più importanti insediamenti produttivi italiani fuori dall’Europa vanno verso gli Stati Uniti: dovrà continuare a essere così, anche perché è un’economia che cresce, che ha una disoccupazione meno che fisiologica e che ha prospettive di crescere ulteriormente, anche grazie a questi programmi di Trump. Quindi là ci dobbiamo essere, dobbiamo cercare di evitare il più possibile tariffe e dazi che siano punitivi e questo lo possiamo fare con intelligenza, con lo studio di quello che Trump ha sempre detto e poi fatto e anche con una diplomazia che non è soltanto politica, ma è anche fatta dai nostri imprenditori, dai nostri connazionali, da chiunque varca l’Atlantico e rappresenta al meglio il proprio Paese’.

Askanews: Voi come AmCham avete l’onore ma anche l’impegno nel rappresentare la grande alleanza tra Italia e Stati Uniti d’America, una ‘relazione speciale’. E il 2025 è un anno molto particolare e importante. L’inizio della Golden Age?

Crolla: ‘È la Golden Age di AmCham, perché quest’anno, nel 2025, AmCham compie 110 anni e quindi è tutto un anno che noi dedicheremo un po’ all’analisi e alla comprensione di quello che succede non soltanto i dazi, ma le relazioni transatlantiche nel suo complesso, perché sono delle onde telluriche, quelle che arrivano dagli Stati Uniti verso il resto del mondo. Noi crediamo che l’Europa debba rimanere sempre più vincolata, attaccata e unita, naturalmente agli Stati Uniti, perché la relazione transatlantica, letta nel suo insieme, è la più importante al mondo e lo sarà per sempre, noi speriamo. E quindi AmCham continuerà il suo lavoro di advocate nel cercare di tenere calma la situazione quando deve essere calma, alzare la guardia quando è opportuno alzarla, ma sicuramente continuare anche nel suo 110ecimo anno di vita a rappresentare la grande alleanza tra Italia e Stati Uniti, aiutando i rispettivi imprenditori. Per l’anno di celebrazioni in corso, faremo anche una pubblicazione storica molto importante che andrà a sottolineare quelle che sono state le grandi vittorie reciproche, grazie a questa relazione speciale’.