L’appuntamento di Atreju poteva anche essere un’occasione di incontro e di dibattito politico, se solo qualcuno avesse avvisato l’on. Meloni che da oltre due anni non è più all’opposizione. Ma evidentemente, presi da altri problemi, gli organizzatori hanno dimenticato di avvisarla. Peccato, perché le scene di isterismo allequali abbiamo assistito sono state davvero squallide; uno spettacolo messo in scena per giustificare le sue piroette politiche evitando accuratamente di parlare delle questioni che stanno mettendo in difficoltà tanti cittadini ed il sistema produttivo italiano.
Da due anni la produzione industriale è in continua diminuzione e diversi gruppi industriali stanno scappando dall’Italia a causa del progressivo deterioramento delle condizioni economiche e di mercato del nostro Paese.
Bisogna aver chiaro che se oggi l’Italia non è ancora ufficialmente in recessione con un PIL che si mantiene di poco sopra lo zero (tra lo 0,4 e lo 0,5) è solo grazie al trascinamento degli investimenti generati dal fondo Next Generation UE (PNRR) messo in campo dall’Unione Europea all’indomani della pandemia; grazie quindi a quel fondo di sostegno contro il quale – irresponsabilmente – votarono gli esponenti di Fratelli d’Italia nel Parlamento europeo.Senza gli investimenti generati dal PNRR oggi il nostro PIL sarebbe sicuramente inferiore allo zero, con un numero preceduto dal segno negativo.
Ma quel fondo non è eterno, deve comunque essere utilizzato in modo efficiente e soprattutto non può risolvere tutti i problemi che derivano da scelte sbagliate di politica economica e industriale.
La Legge di bilancio che sta per essere varata dal governo è un palese atto di iniquità sociale e politica, soprattutto perché viene calata nella cornice di un paese che si sta di fatto avviando verso una fase di recessione economica dagli esiti imprevedibili.Bisogna svegliare “Giorgia” dal sogno nel quale vede un’Italia senza problemi. Qualcuno gli dovrebbe spiegare che se governi è assolutamente inutile (oltre che di pessimo gusto e di scarsaeducazione) attaccare e urlare contro avversari politici, giornalisti e uomini di cultura; perché se le cose vanno male l’onore e l’onere di intervenire è in capo a chi governa. Gettare continuamente del fumo negli occhi degli italiani non è un modo per rispettarne la loro intelligenza. Ma di fronte ai fallimenti dell’azione di governo (pasticcio dell’Albania con sperpero di risorse pubbliche, assenza di politiche culturali, aumento della povertà, perdita di potere d’acquisto, tagli alla sanità pubblica, aumento degli stipendi ai ministri camuffato da rimborsi-spese) la Presidente del Consiglio sceglie la strada dell’arroganza e delle manganellate virtuali (almeno speriamo!) e con gli occhi fuori dalle orbite accusa di isterismo persone miti e riflessive come Romano Prodi e Mario Monti (colpevoli per aver osato criticarla), che a tutto lasciano pensare fuorché ad isterismi. La situazione del Paese sta diventando sempre più critica e il crescente nervosismo della Meloni segnala il fatto che questa condizione sia ormai abbastanza chiara anche a lei stessa.