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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Dal campo di calcio al campo largo: l’avventura di Renzi continua.

Invece di fare mea culpa, Renzi scarica sull’elettorato il fallimento di una proposta - quella del Terzo Polo - che appariva comunque inconsistente, addirittura fastidiosa per il contendere fasullo tra chi doveva unire ed unirsi.

La scelta è stata repentina, l’entusiasmo contenuto. Si può sintetizzare così la novità esplosa con l’abbraccio tra Renzi e Schlein, complice una partitella di calcio. Dopo aver celebrato le virtù del Centro, armeggiando in modo dubbio per farlo e disfarlo a piacimento, l’ex premier ha messo tutti di fronte all’atto compiuto. Innanzi tutto nel suo partito, Italia Viva, dove il povero Marattin è passato da candidato alla segreteria a prossimo defenestrato, se non deciderà di togliere il disturbo senza attendere l’inevitabile.

Anche Renzi, dunque, prende posto nel cosiddetto campo largo. Si attendeva una spiegazione e ieri, in qualche modo, se ne avuta traccia leggendo sul Tempo il nesso della logica renziana. “Il fatto di aver scelto di stare ovunque con il centrosinistra – scrive Renzi – nasce da un dato di fatto. Le Europee hanno dimostrato che il Terzo Polo è irrilevante. E se lo è in una competizione con il proporzionale, immaginatevi cosa potrà accadere in uno scontro a due col maggioritario”.

E subito dopo aggiunge: “A me dispiace molto: ho preso più di duecentomila preferenze personali. Avrei voluto rappresentarle a Bruxelles. Ma l’Italia ama il bipolarismo più di quanto lo amiamo noi. E allora è il tempo della chiarezza. Dunque o si sta con il centrodestra o con il centrosinistra. Noi di Italia Viva abbiamo scelto di stare con il centrosinistra, in modo trasparente e intellettualmente onesto. Porteremo i nostri valori e ci confronteremo sul piano programmatico”.

Ecco, il punto centrale di questo teorema liofilizzato è l’irrilevanza del Terzo Polo, in pratica determinata dal disincanto dell’elettorato. E tuttavia, a stare sul punto, l’elettorato non ha proprio visto alle europee la sagoma politica di questo Terzo Polo: un’offerta frammentata, sempre sull’orlo della polemica tribale tra Italia Viva ed Azione, non poteva che produrre la reazione negativa di una parte non piccola della pubblica opinione. Invece di fare mea culpa, Renzi scarica sull’elettorato il fallimento di una proposta che appariva comunque inconsistente, addirittura fastidiosa per la iattanza del contendere fasullo, sullo stesso terreno, di chi doveva unire e unirsi, per dare un senso al Centro.

È questa l’intelligenza e la responsabilità di chi si vanta di essere al servizio di un progetto ambizioso per l’Italia?