DANTE SECONDO MARTINAZZOLI: CRISTO SI È FATTO UOMO, PER QUESTO LA DIVINA COMMEDIA È STATA POSSIBILE.

Il cristianesimo supera “il tempo greco dell’eterno ritorno facendo diventare storia il tempo […] È perché Cristo si è fatto uomo che Dante ha potuto scrivere la Divina Commedia”. Così Martinazzoli chiudeva, il 12 gennaio 2006, la sua conferenza su Dante e la politica.

Un autore interessante, tradotto in Italia tardivamente — ma ci sono delle intempestività utili — , professore cattolico di Storia medioevale, che insegna alla Sorbona e anche a Monaco alla cattedra che fu di Romano Guardini, Rémi Brague, ha indagato recentemente questo aspetto e ha parlato per l’Europa di una sorta di secondarietà culturale. Spiega: “Se dite che l’Europa nasce da Greci ed Ebrei, dite una cosa che ha senso, ma che non si risolve, perché sono due matrici incompatibili”. 

Il Cristianesimo, ed è così anche per Dante, non è tanto il contenuto, ma la forma dell’identità europea, perché a sua volta il Cristianesimo non afferma la sua originalità di nascita: a differenza dell’Islam che riconosce tutti i profeti di prima, ma alla fine, dopo Maometto, li distrugge tutti, il Nuovo Testamento riconosce l’Antico come luogo di nascita vera. Voglio dire che se si segue questo percorso, si scopre che l’identità europea sta fuori di sé e che tutte le letture che noi potremmo fare di una gretta difesa di ciò che è nostro, sarebbero probabilmente una scelta sbagliata. La secondarietà di Roma rispetto a Troia la dice Virgilio così che il compito di Roma trova riscontro nell’originalità che è alla base della predicazione cristiana. In questo senso l’autore che vi citavo prima ci invita a considerare l’identità europea come un’identità romana, non con il recupero delle vestigie, ma in questo modo: i Romani sapevano di non aver inventato niente rispetto ai Greci, né la politica, né la filosofia, né la poesia, né la tecnica (inventare la filosofia vuol dire inventare la tecnica). 

I Romani sapevano di aver inventato solo il diritto che è, per sua natura, l’ordine del compromesso e della transazione. Non dicevano niente in sé di originale, ma con il diritto riuscivano ad inglobare le culture e le invenzioni degli altri. Dall’altro lato il Cristianesimo, rispetto alle altre religioni, si pone con una straordinaria differenza, perché divide ciò che nelle altre religioni è unito, cioè Dio e il potere. È proprio questa identificazione che fa nascere i fondamentalismi. Cristo, invece, dice: “Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”. Per concludere queste discussioni, che a volte infastidiscono, non dovremmo, quindi, aver dubbi: se possiamo parlare di laicità dello Stato, questo si deve al Cristianesimo. Il concetto di laicità dello Stato è contenuto in questa divisione tra la politica e la fede. 

Ma il Cristianesimo, sotto altri aspetti, unisce ciò che le altre religioni dividono: l’Islam divide l’uomo e Dio, il Cristianesimo li unisce perché Gesù Cristo si è incarnato e s’è fatto uomo. Questa contaminazione consente da un lato di superare il tempo greco dell’eterno ritorno facendo diventare storia il tempo, e dall’altro consente di coinvolgere anche Dio nell’avventura umana. È perché Cristo si è fatto uomo che Dante ha potuto scrivere la Divina Commedia

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