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mercoledì, 11 Giugno, 2025
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Dazi, a Londra oggi secondo giorno colloqui Usa-Cina

Roma, 10 giu. (askanews) – I negoziati commerciali tra Usa e Cina, che sono iniziati ieri a Londra, dovrebbero riprendere oggi nella capitale britannica. I colloqui si svolgono a Lancaster House, proprietà del governo britannico nel centro di Londra. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, gli alti esponenti dei due governi che compongono le delegazioni dovrebbero riunirsi di nuovo alle 10 locali (ore 11 in Italia).

Le due delegazioni sono guidate da esponenti di punta delle rispettive amministrazioni. Per gli Usa – lo ha annunciato lo stesso Trump – ci sono tre dei principali collaboratori nell’amministrazione Usa del presidente: il segretario al Tesoro Scott Bessent, il segretario al commercio Howard Lutnick e il rappresentante commerciale Jamieson Greer; per la Cina – a quanto ha comunicato Pechino – c’è il vicepremier He Lifeng, uno dei principali bracci destri di Xi per le questioni commerciali.

Dopo il primo turno di colloqui di ieri non sono stati diffusi comunicati ufficiali: l’incontro si è concluso senza un accordo. Tuttavia, entrambe le parti hanno inviato segnali sulle proprie aspettative.

Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, ha dichiarato alla CNBC poco dopo l’avvio dei colloqui che gli Stati uniti sarebbero disposti ad allentare alcuni controlli alle esportazioni diretti verso la Cina in cambio del via libera di Pechino a maggiori spedizioni di terre rare sul mercato americano.

Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, basata su fonti vicine alla questione, il presidente statunitense Donald Trump avrebbe autorizzato la delegazione americana a negoziare la revoca delle restrizioni recentemente imposte alla vendita di tecnologie avanzate e altri prodotti verso la Cina in vista dei colloqui di Londra.

Pechino – secondo quanto scrive oggi il South China Morning Post – ha rinnovato la sua squadra negoziale rispetto al precedente round di colloqui Usa-Cina svoltosi lo scorso mese a Ginevra, in Svizzera, inserendovi anche il ministro del Commercio Wang Wentao al posto del viceministro alle Finanze Liao Ming. La modifica rispecchia un cambiamento analogo nella delegazione Usa, a cui s’è aggiunto il segretario al Commercio Howard Lutnick. Entrambi i cambiamenti hanno alimentato l’impressione che, stavolta, al centro delle trattative non siano più i dazi, ma i controlli alle esportazioni, in particolare sulle terre rare. Wang e Lutnick sono infatti i ministri responsabili delle restrizioni all’export nei rispettivi Paesi.

Il quotidiano ufficiale del Partito comunista cinese, il Quotidiano del Popolo, ha pubblicato oggi due editoriali sui colloqui in corso. Il primo esalta la natura complementare delle due economie, aggiungendo che i controlli alle esportazioni di prodotti hi-tech da parte di Washington hanno danneggiato le stesse aziende americane. “Gli Stati Uniti hanno esteso eccessivamente il concetto di sicurezza nazionale e politicizzato le questioni commerciali,” si legge. “Le misure restrittive incessanti hanno impedito alle imprese americane di cogliere opportunità nel mercato cinese. Riteniamo che, attraverso consultazioni sullo stesso piano e cooperazione pragmatica, Cina e Stati Uniti possano trovare soluzioni reciprocamente vantaggiose e win-win”. Il secondo editoriale ha difeso i controlli cinesi sulle esportazioni di terre rare, sostenendo che tutelare le proprie risorse naturali sia un diritto legittimo. Ha inoltre precisato che la Cina ha già approvato diverse richieste di esportazione di terre rare conformemente alla legge, ed è pronta ad approfondire il dialogo con altri Paesi sulle restrizioni di questi materiali strategici.

Nello stesso giorno il giornale pubblica un’intervista a Ren Zhengfei, fondatore della gigante delle telecomunicazioni Huawei Technologies. Ren sottolineato che, di fronte a barriere esterne, è necessario accettare la situazione e affrontarla direttamente. “Non ci si concentra – ha affermato – sulle difficoltà; si fa ciò che va fatto e si avanza, passo dopo passo”.