Roma, 15 lug. (askanews) – È ancora troppo presto per capire quali siano le possibili ricadute dei dazi commerciali per i bilanci delle banche nell’Unione europea, tuttavia “i rischi sul credito e le necessità di accantonamento potrebbero aumentare”. Lo ha affermato la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, la tedesca Claudia Buch nelle sue dichiarazioni introduttive per l’audizione trimestrale al Parlamento europeo.
“Le ricadute di lungo termine dell’aumento dei dazi per i bilanci delle banche saranno chiare solo con il passare del tempo. I dazi più alti rallentano il commercio e possono avere un impatto negativo sulla crescita e sulla salute finanziaria delle imprese – ha detto -. Persiste una notevole incertezza su come questi effetti si dipanino”.
“Le banche – ha proseguito Buch – devono assicurare di avere sufficienti margini per affrontare sviluppi avversi”.
Generalmente, secondo la vigilanza Bce, il settore bancario europeo immane ben patrimonializzato e liquido. Alla fine del 2024 le maggiori banche Ue disponevano in media di un coefficiente patrimoniale (Cet1) al 15,9% e i margini sulle liquidità risultavano ampiamente stabili.
“Lo scorso anno la redditività è rimasta solida con un ritorno medio sul capitale del 9,9%, a fronte del 5,5% Che si è visto mediamente tra 2015 e 2022. E i dati preliminari per il primo trimestre del 2025 – ha rilevato Buch – suggeriscono che la redditività e le condizioni di finanziamento siano rimaste ampiamente stabili”.
Tuttavia “ci sono segni iniziali di un deterioramento nella qualità degli asset. I prestiti allo stadio II sono aumentati a circa il 10% a fine 2024, a fronte dell’8,4% nel 2020. La quota di prestiti deteriorati (Npl) è rimasta relativamente stabile attorno al 2%, anche se ci sono sacche di vulnerabilità in particolare sui prestiti al settore commerciale”. (fonte immagine: European Union).