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martedì, 5 Agosto, 2025
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Dazi, dichiarazione Ue-Usa pronta al 90-95%, sospese contromisure Ue

Roma, 5 ago. (askanews) – In piena estate proseguono le trattative tecniche tra Unione europea e Stati Uniti, volte a dare attuazione all’accordo politico sui dazi commerciali raggiunto lo scorso 27 luglio. L’elemento che si sta ora cercando di finalizzare è una “dichiarazione congiunta”, che stabilirà una sorta di percorso a tappe condiviso su questa partita. Anche quest’ultima, come l’accordo stretto tra il presidente Usa, Donald Trump, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, non sarà legalmente vincolante. Ma darà ulteriori certezze, a beneficio soprattutto delle imprese e dei loro piani di investimento. Il lavoro “è pronto al 90-95%”, secondo fonti comunitarie che sperano di finalizzare questo elemento in tempi brevi.

Intanto Bruxelles ha sgomberato il campo da un possibile inciampo sul percorso: la Commissione ha confermato di aver adottato le procedure per sospendere per sei mesi l’attuazione delle contromisure che, in caso di mancato accordo, sarebbero scattate contro gli Usa da giovedì 7 agosto. La decisione, adottata con procedura di urgenza, dovrà essere approvata entro due settimane dai Paesi della Unione europea, con maggioranza semplice, ha spiegato un portavoce della commissione.

Secondo il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, che ha supervisionato il negoziato, le discussioni con Washington per attuare l’accordo “proseguono con spirito costruttivo” su “tutti gli elementi”, ha precisato.

Apparentemente un riferimento al fatto che se ad oggi Washington ha emanato un ordine esecutivo che riconduce al 15% i dazi sulla maggior parte delle importazioni dalla Ue, a partire dall’8 agosto, restano da regolare settori chiave come acciaio e alluminio, da una parte, e auto, dall’altra, che hanno tutt’ora livelli molto più elevati (rispettivamente 50% e 27,5%). Fonti comunitarie spiegano che resta sul tavolo l’impegno a ridurre sempre al 15% i dazi su auto e componenti per l’auto, così come i trattamenti ad hoc concordati su alcune produzioni strategiche, tra cui aeromobili e componenti per aeromobili. Per acciaio e alluminio, invece, si continua a negoziare un accordo specifico basato su quote di importazione. Inoltre, resta da definire la lista dei beni con dazi a zero, o limitati ai bassi livelli previsti secondo la categoria Wto di “nazione più favorita”, in cui la Ue vorrebbe diversi prodotti sensibili (tra cui vini, birra e alcolici).

Fonti della Commissione hanno confermato anche che non sono in discussione né i regolamenti Ue riguardanti il mercato e i servizi digitali (Mda e Dsa), né la normativa molto rigorosa sanitaria e fitosanitaria che l’Ue applica alle importazioni di prodotti agroalimentari, anche se in alcuni casi si potrà lavorare a delle “semplificazioni” amministrative.

Ma intanto rischia di aprirsi una frattura intra europea dopo le parole e l’iniziativa del ministro delle Finanze della Germania, Lars Klingbeil. Quest’ultimo ha manifestato insoddisfazione e critiche per l’accordo sui dazi commerciali, e si è recato a Washington per incontrare il segretario al Tesoro, Scott Bessent. Una mossa che potrebbe apparire un tentativo di scavalcare la Commissione, che ha la competenza sui negoziati riguardanti il commercio con l’estero, in particolare sulla partita di dazi e quote di scambio su acciaio e alluminio.

“Siamo piuttosto sorpresi da quanto detto dal ministro tedesco. Vorrei ricordarvi che i Paesi Ue e i loro portatori di interessi hanno consistentemente sottolineato che un conflitto non era desiderabile”, ha risposto il portavoce della Commissione Olof Gill, responsabile per il Commercio, interpellato sulla questione durante la conferenza stampa di metà giornata. Inoltre, ha aggiunto Gill; Paesi e portatori di interessi “hanno insistito che solo una soluzione negoziale” era auspicabile: “questa era la visione della maggioranza schiacciante, inclusi – ha sottolineato – gli stakeholder da dove proviene il ministro in questione”.

“Abbiamo raggiunto una soluzione negoziata” per evitare qualcosa di negativo per tutti. “Abbiamo continuato a assicurare accesso al nostro maggiore mercato, è quello che ci chiedevano e ora abbiamo un sistema inclusivo di dazi al 15% (dove ‘inclusivo’ significa che includono anche i dazi per la ‘nazione più favorita’, ndr). Abbiamo raggiunto una assicurazione che non emergeranno altri dazi in questo contesto molto volatile e imprevedibile”, ha proseguito il portavoce. “Questo 15% orizzontale negoziato dalla Commissione per conto degli Stati Ue si applicherà anche in futuro. E verrà ulteriormente delineato nella dichiarazione congiunta Ue-Usa, con cui avremo una piattaforma stabile da cui trovare altre aree per ridurre i dazi”.

“Quindi, per ripeterlo, è molto sorprendente per noi sentire da un ministro dei Paesi membri in questione, il fatto che abbia espresso queste visioni: nulla è accaduto in termini di approccio della Commissione, senza un chiaro segnale di ricevuto da parte dei nostri Paesi membri”, ha concluso Gill. (fonte immagine: The White House).