Roma, 23 apr. (askanews) – La maggior parte delle imprese negli Stati Uniti prevede di scaricare sui consumatori i maggiori costi derivanti dai dazi commerciali. Lo segnala la Federal Reserve nel suo ultimo Beige Book, rapporto periodico stilato sulla base dei monitoraggi nei diversi dipartimenti territoriali, aggiungendo tuttavia che vi sono anche segnali di “compressione dei margini” da parte di aziende, specialmente quelle maggiormente rivolte al consumo, rispetto agli aumenti dei costi a fronte di livelli di domanda “tiepidi”.
Più in generale, al momento la dinamica inflazionistica appare stabile rispetto al precedente rapporto (vengono pubblicati all’incirca ogni mese e mezzo), ma nella maggior parte dei distretti le aziende si attendono aumenti dei costi di produzione a seguito dei dazi. “Molte aziende – si legge – hanno già ricevuto avvisi dai fornitori su aumenti dei costi”.
Il tutto mentre “l’attività economica ha mostrato scarsi cambiamenti rispetto al rapporto precedente, ma con una pervasiva incertezza a seguito dei dazi”. Sono complessivamente diminuite le spese dei consumatori sui settori non automobilistici, mentre sono aumentate quelle su auto e alcuni beni di consumo non durevoli, incrementi “generalmente attribuiti a una corsa ad acquistare prima dell’effetto dei dazi”.
Secondo il Beige Book anche l’occupazione ha mostrato scarsi cambiamenti nella maggior parte dei distretti, ma complessivamente il quadro si è leggermente deteriorato dato che è leggermente salito il numero di distretti che hanno riportato peggioramenti.