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mercoledì, 30 Luglio, 2025
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Dazi, le due interpretazioni (Usa e Ue) dell’accordo sui dazi

Roma, 29 lug. (askanews) – Come ampiamente previsto, i dettagli – molti – ancora da regolare dopo l’accordo politico sui dazi commerciali tra Usa e Unione Europea sono disseminati di possibili contenziosi. Ne sono riprova le comunicazioni, non proprio allineate, che nelle ultime 24 ore sono giunte prima da Washington e poi da Bruxelles su questa partita.

Da oltreatlantico: “Stati Uniti e Unione Europea, intendono lavorare assieme per intervenire sulle barriere non tariffarie che inficiano il commercio sui prodotti alimentari e agricoli, anche snellendo i requisiti per i certificati sanitari sulla carne di maiale statunitense e sui prodotti lattiero caseari”.

E e ancora: Usa e Ue “intendono intervenire sulle barriere digitali non giustificate. In questo ambito, l’Unione europea conferma che non adotterà né manterrà commissioni per l’utilizzo delle reti. Usa e Ue manterranno dazi a zero sulle trasmissioni elettroniche”.

Sono due dei punti elencati in una comunicazione di ieri da parte dell’amministrazione Trump, che ancora una volta rivendica da “un accordo colossale che consentirà ad agricoltori, allevatori e produttori manufatturieri statunitensi di aumentare le esportazioni e espandere le opportunità di business, aiutandoa ridurre il disavanzo commerciale con l’Unione europea”.

Dal Vecchio Continente, per parte sua poche ore dopo (stamattina) la Commissione Ue ha pubblicato un documento esplicativo, quasi fosse una replica al comunicato di Washington.

Sui temi declamati dalla Casa Bianca, riporta che tra gli impegni vi è quello di “ridurre le barriere non tariffarie, incluso tramite la cooperazione sugli standard per auto e automotive e sulle misure sanitarie e fito sanitarie, anche facilitando il riconoscimento reciproco delle valutazioni di conformità su settori industriali addizionali”. Insomma una formula piuttosto generica che potrebbe includere diverse cose.

Eloquentemente, poi, il comunicato della Commissione si conclude con alcuni chiarimenti e sottolineature. L’accordo “politico” raggiunto domenica scorsa – dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e dal presidente Usa Donald Trump sui dazi commerciali – “non è vincolante a livello legale”. Parole, queste ultime, evidenziate in grassetto. E comunque “rispetta pienamente la sovranità regolamentare della Ue e protegge le aree sensibili dell’agricoltura comunitaria”.

Tuttavia la Commissione è stata subito bersagliata da richieste di chiarimenti in una delle conferenze stampa di metà giornata che, in pieno periodo estivo, invece che quotidianamente vengono tenute con cadenza ridotta.

L’accordo con gli Usa non implica alcuna rinuncia sulla sovranità della Ue sulla legiferazione del settore digitale, né modifiche alle regole comunitarie sulla sicurezza alimentare, ha affermato un portavoce della Commissione Ue, Olof Gill. “Non cambiamo le nostre regole, non rinunciamo al nostro diritto di regolamentare lo spazio digitale – ha detto -. E questo vale anche per gli standard alimentari. Il nostro sistema di sicurezza alimentare resta pienamente in vigore”.

“Con questa architettura – ha proseguito – possiamo ottimizzare (streamline, è lo stesso termine usato nel documento Usa-ndr) in certe aree, tanto per essere chiari ottimizzare può significare cambiare le tipologie moduli utilizzati”.

Intanto la preannunciata dichiarazione congiunta Ue-Usa sull’accordo “arriverà molto presto”, ha aggiunto, e una volta che sarà stata adottata la Commissione Ue potrebbe procedere a proporre di ritirare le contromisure che erano previste nel caso di mancato accordo con gli Usa, tra cui lo strumento anti coercitivo, comunemente chiamato “bazooka”. Comunque anche questa “non sarà vincolante”, come l’accordo Trump-Von der Leyen.

E sui pesantissimi impegni di investimento Ue negli Usa (per 600 miliardi di dollari in tre anni) e di acquisti di energia dagli Usa (per 750 miliardi), “la Commissione Ue non può ordinare alle imprese cosa fare, ma può parlare con industrie e compagnie per capire le loro intenzioni sui prossimi anni. E quello he ci hanno detto è che prevedono di investire negli Usa, ci hanno fornito le loro intenzioni, i loro impegni”, ha detto ancora il portavoce.

“Non posiamo costringere ma possiamo parlare, recepire quello che le imprese ci dicono e trasmetterlo ai nostri partner americani, per fare funzionare al meglio il business”, ha ribadito. La Commissione ha precisato che i maxi acquisti di energia possono includere anche reattori nucleari per uso civile, di tipo tradizionale o di nuova generazione. (fonte immagine: European Union).