Milano, 2 mag. (askanews) – S&P taglia le stime di crescita globale a seguito della guerra dei dazi innescati dall’amministrazione Trump. In particolare, il Pil globale è stato rivisto al 2,7% (-0,3 pp rispetto alle ultime previsioni di marzo), con Usa all’1,5% (-0,5 pp), Cina al 3,5% (-0,6 pp) ed eurozona al +0,8% (-0,1 pp). In Europa, il Pil della Germania è stato rivisto al ribasso al +0,1% (-0,2 pp), quello dell’Italia al +0,5% (-0,1 pp). Stabili rispetto a marzo le previsioni per Francia (+0,7%) e Spagna (+2,6%), mentre il Pil Uk è stato rivisto al rialzo al +0,9% (+0,1 pp).
“I dazi del 2 aprile e le loro conseguenze ci hanno indotto a ridurre le nostre previsioni di crescita del Pil rispetto al nostro ultimo round sulle condizioni del credito di fine marzo”, si legge nell’ultimo rapporto dell’agenzia di rating. “Un cambiamento sismico e incerto nella politica commerciale degli Stati Uniti ha scosso i mercati, alimentando il timore di un rallentamento economico globale”. S&P ribadisce che “non ci sono vincitori in uno scenario di intensificazione delle politiche protezionistiche”.
“Molte cose sono cambiate dal nostro precedente giro di previsioni di fine marzo: il 2 aprile l’amministrazione statunitense ha annunciato un inatteso e forte aumento dei dazi doganali”, si legge. S&P ha quindi di nuovo rivisto al ribasso le proprie previsioni di crescita del Pil per la maggior parte dei Paesi e al rialzo le stime di inflazione per gli Stati Uniti. L’agenzia di rating “prevede un rallentamento significativo della crescita, ma al momento non si attende una recessione statunitense”, si legge nel report.
“L’aumento dei dazi da parte degli Stati Uniti, le ritorsioni da parte dei partner commerciali, le concessioni in corso e la conseguente turbolenza dei mercati rappresentano uno shock al sistema, con impatti concentrati sulla fiducia e sulla formazione dei prezzi”, spiega S&P. “L’economia reale ne sarà sicuramente influenzata, ma resta da capire in quale misura. I rischi per lo scenario di base restano fortemente orientati al ribasso, data la possibilità che l’impatto dello shock dei dazi sull’economia reale risulti più ampio del previsto. Anche la configurazione di lungo periodo dell’economia globale, e il ruolo degli Stati Uniti al suo interno, appare oggi più incerta”.
Le previsioni riviste contengono le seguenti ipotesi: un dazio lineare del 10% sulle importazioni da tutti i partner commerciali degli Stati Uniti, come annunciato il 2 aprile, ma non le tariffe specifiche per Paese, che sono state sospese per 90 giorni; dazi del 25% sulle importazioni di auto, acciaio, alluminio, prodotti farmaceutici e semiconduttori; sono inclusi i dazi aumentati tra Stati Uniti (145% sulle importazioni cinesi) e Cina (125% sulle importazioni statunitensi), al netto dell’esclusione per le importazioni di elettronica negli Usa.