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lunedì, 21 Luglio, 2025
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Dazi, Urso: con Usa trattare a oltranza, bazooka sarebbe escalation

Roma, 21 lug. (askanews) – Sui dazi commerciali come Unione europea con gli Stati Uniti “bisogna trattare a oltranza, sino all’ultimo. Se poi il negoziato dovesse fallire, reagiremo ovviamente insieme, ma in modo equo e proporzionato, senza pregiudicare l’obiettivo finale che resta comunque quello dell’accordo. Non posso immaginare una guerra economica permanente tra le due metà dell’Occidente”. Lo afferma il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso in una intervista a la Stampa.

Urso invece allontana l’ipotesi del ricorso al cosiddetto “bazooka” nella partita dazi con Washington. “Il meccanismo di coercizione era stato pensato nei confronti di possibili avversari sistemici, qualora volessero colpire la libertà di azione di paesi dell’unione, e comunque quale massimo deterrente, una sorta di atomica commerciale. E quindi l’ultima ratio – rileva – perché innescherebbe un’escalation dagli effetti devastanti anche sulla nostra economia”.

“Uno scenario simile avrebbe gravi conseguenze anche su altri assetti, per esempio quello della difesa e della sicurezza globale”, avverte Urso.

Per quanto riguarda gli aiuti alle imprese, “dovranno essere mirati ed efficaci e potranno essere realizzati solo a conclusione del negoziato, qualunque ne sia l’esito, quando avremo piena contezza degli effetti di eventuali dazi aggiuntivi americani e delle nostre risposte, che avranno comunque anch’esse conseguenze sulla nostra economia . In ogni caso -puntualizza Urso – per essere realmente efficaci dovranno essere principalmente di carattere europeo, al fine di evitare un ulteriore aumento del divario interno”.

Urso questa settimana sarà in missione prima a Berlino, oggi, e giovedì a Parigi per incontrare i suoi omologhi con cui “condividere linee di politica industriale per indirizzare la commissione sulla strada delle riforme, che devono essere perseguite con determinazione e urgenza. Dobbiamo liberare le industrie europea dai dazi interni – dice il ministro – cioè dall’iper burocrazia e dalle follie del Green Deal che soffocano la competitività”.