Crediamo che il modo piu giusto di onorare Pier Santi Mattarella, uomo probo e intelligente, consista non tanto nel deprecare e piangere quanto nello sforzarci di capire perché un altro uomo della Dc – uno dei migliori – sia caduto dopo Aldo Moro e per le stesse ragioni.
[…] C’è […] chi ritiene che il terrorismo nasca dalla incapacità della Dc di accogliere e istituzionalizzare le spinte sociali verso il cambiamento. Anche questo discorso – caro ai politologi della sinistra – contiene un vizio logico di partenza perché i sistemi, se mai, evolvono proprio grazie alla dialettica tra governo e opposizione e si cristallizzano invece quando, nei momenti di emergenza e di pericolo, governo e opposizione quasi si confondono. Una terza ipotesi – recentemente avanzata anche da Pertini – individua la molla del terrorismo in una «volontà straniera» tesa a destabilizzare l’Italia, terra di confine tra i due grandi imperi.
Può essere, ma è difficile credere che la violenza diffusa e cieca che poi, organizzandosi, ha partorito le organizzazioni terroristiche, nasca da una volontà straniera anziché dalla realtà italiana.
Quale che sia l’ipotesi giusta, resta il fatto che ciascuna di quelle esposte, se fosse esatta, presupporrebbe un uguale accanimento contro la Dc e contro il Pci, entrambi imputabili, da posizioni e per colpe diverse, o di convergere verso la collaborazione riformistica o di non riuscire a sbloccare il sistema, oppure, semplicemente, di vivere in una zona sensibile tra due imperi. Ma come si spiega allora che a parte l’efferata uccisione di Guido Rossa, caduto per una «colpa» specifica agli occhi dei terroristi, a parte i carabinieri, i poliziotti, i magistrati e tutti gli altri cittadini al cui sacrificio ci inchiniamo con eguale reverenza, ma la cui vita viene sacrificata prevalentemente per spargere un generico terrore, cadano sempre e soltanto i leader democratici cristiani?
L’«Ora» di Palermo (ripresa da «La Repubblica») ha pubblicato con evidenza l’intervista con un (guarda caso) anonimo magistrato il quale sostiene che Mattarella è stato ucciso dalla destra dc. E «Paese Sera» gli fa eco attraverso un’intervista con Michele Pantaleoni il quale dichiara che «certo, c’è la preoccupazione che il delitto possa essere maturato negli ambienti della destra dc ostile a una svolta alla Regione…».
Lasciamo agli intervistati e agli intervistatori la responsabilità di tali ignobili calunnie che, oltre a offendere i morti e i vivi, rappresentano un altro passo indietro nella ricerca – cosi necessaria e urgente — delle autentiche radici del terrorismo. La verità ancora una volta è un’altra, è quella di sempre, ed è che colpire la Dc nei suoi uomini migliori significa colpire il cuore del sistema politico italiano.
Questo disegno è figlio di quella falsa cultura veteromarxista cui abbiamo accennato, che ha trovato echi compiacenti in chi, pur non condividendola completamente, ha tuttavia lasciato intendere che basterebbe eliminare la Dc per aprire la strada del rinnovamento sociale. Oggi nessuna delle autentiche forze politiche crede o lascia credere in un cosi semplicistico programma, anzi la Dc è ritenuta e proclamata elemento insostituibile di qualsiasi alleanza, di qualsiasi progetto. Ma intanto coloro che attinsero e attingono ancora alle fonti avvelenate che sparsero attorno il gran rifiuto della democrazia, tentano ancora di scardinare il sistema e le istituzioni e, quindi, la Dc, nella speranza che comunque, dal caos, sorga qualcosa di nuovo e di migliore.
[…]