Roma, 18 mar. (askanews) – Il diabete di tipo 2 una patologia cronica e complessa che rappresenta un’importante sfida terapeutica dei nostri giorni: la gestione della malattia coinvolge il sistema sanitario, pazienti e caregiver in un percorso che dovr essere necessariamente sempre pi personalizzato e multidisciplinare per evitare ripercussioni sulla salute pubblica, sulla qualit e sull’aspettativa di vita. Il diabete di tipo 2, infatti, pu portare a complicanze acute e croniche che si sviluppano negli anni e che, se non prevenute o trattate in modo adeguato e tempestivo, determinano disabilit gravi e mortalit prematura.
Gianluca Aimaretti, Presidente Societ Italiana di Endocrinologia, ha dichiarato: “Le principali conseguenze del diabete di tipo 2 sono quelle croniche, dovute al prolungato mantenimento negli anni di elevati valori della glicemia e della tossicit legata agli zuccheri nel sangue. Le principali riguardano il rene, l’occhio, il sistema nervoso centrale e periferico, micro- e macro-circolo, con danni importanti che nel tempo aumentano il rischio di infarto, ictus, e problemi anche a livello epatico, della sfera genitale e del cavo orale. necessario diagnosticare il pi precocemente possibile la malattia diabetica per intervenire con adeguati trattamenti, solo cos possibile rallentare o in qualche caso prevenire le complicanze che talvolta insorgono quando ancora il paziente non sa di essere diabetico e non ha disturbi. Inoltre, gli studi dimostrano che le complicanze possono portare negli anni a gravi disabilit e ridurre l’aspettativa di vita in media di 6-7 anni”.
Un’innovazione importante per le esigenze dei pazienti e degli specialisti arrivata dall’innovazione terapeutica: AIFA ha infatti approvato da poco la rimborsabilit di tirzepatide di Lilly, il primo e, fino ad oggi, unico farmaco di una nuova classe terapeutica agonista recettoriale di GIP e GLP-1. Il farmaco, inserito in Nota 100, pu essere prescritto dagli specialisti e dai medici di medicina generale e rappresenta un importante passo avanti nella terapia del diabete di tipo 2, con un miglioramento del profilo di cura, personalizzazione della terapia e minor ricorso a terapie pi complesse e pronto soccorso.
“I dati degli Annali di AMD rilevano che solo il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico – dichiara Riccardo Candido, Presidente AMD-Associazione Medici Diabetologi – I motivi sono molteplici: diagnosi tardiva e inizio del trattamento non tempestivo; inerzia terapeutica da parte dei professionisti che non intervengono in maniera precoce e incisiva nelle modifiche delle terapie qualora il diabete non sia sufficientemente controllato; difficolt da parte dei pazienti a mantenere adeguati stili di vita in termini alimentazione e attivit fisica; utilizzo di terapie fino a qualche tempo fa non del tutto efficaci e gravate dal rischio di ipoglicemia; ridotta aderenza dei pazienti alle terapie; difficolt a livello regionale di mettere a disposizione rapidamente le innovazioni terapeutiche che oggi sono pi efficaci, come tirzepatide; da ultimo, la disequit di accesso alle nuove opportunit terapeutiche e tecnologiche”.
“Non bisogna pi sottovalutare la malattia diabetica come stato fatto fino ad oggi, i numeri ci dicono che la strategia comunicativa adottata in questi anni, che era ed ancora orientata a non drammatizzare la patologia, stata ed decisamente insufficiente, se non addirittura inadeguata – sottolinea Manuela Bertaggia, Vice Presidente FAND – Associazione Italiana Diabetici ODV – una comunicazione poco incisiva rispetto ad una malattia che richiede cure e assistenza per tutta la vita, non riesce a coinvolgere i pazienti e a creare consapevolezza. Il fatto che lo stesso diabetologo tenda a non parlare di fattori di rischio non ha aiutato a responsabilizzare le persone con diabete di tipo 2 che, invece, vanno educate su quelli che possono essere i pericoli derivati da certe cattive abitudini e comportamenti errati. Necessaria la prevenzione primaria, attivando campagne di sensibilizzazione che raggiungano la popolazione generale, i pazienti diagnosticati e le persone che magari convivono con la malattia ma non ne sono a conoscenza, e bisogna andare nelle scuole. Attraverso i bambini e gli adolescenti si agganciano genitori e nonni .
L’accesso alla rimborsabilit di tirzepatide dunque un segnale importante nella lotta al diabete, ma nella conferenza stampa organizzata sul tema da Lilly emerso anche quanto sia centrale nella sfida alla patologia la sensibilizzazione verso una diagnosi precoce, cos come l’abbattimento delle barriere che ostacolano l’innovazione e la promozione di un sistema di equo e rapido accesso ai nuovi farmaci, per ottenere risultati terapeutici, risparmiare sui costi e contribuire alla sostenibilit dei servizi sanitari nazionale e regionali.