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lunedì, Marzo 24, 2025
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Dibattito | Gli italiani del Ppe si armano di fede

Il Congresso di Valencia dovrà mettere in campo una strategia di recupero del valore della tradizione cristiana agli effetti del futuro della libertà e della democrazia in Europa.

Prosegue la preparazione al Congresso europeo del Ppe che si terrà il prossimo aprile a Valencia in Spagna. A Roma in un Seminario della Fondazione De Gasperi si sono succedute le relazioni di monsignor Vincenzo Paglia, di Marco Bucci, presidente della Regione Liguria, e di Antonio Tajani e sono stati messi a fuoco alcuni spunti innovativi di proposta. In particolare, è stata annunciata l’iniziativa di una “Camaldoli Europea” che dovrebbe chiarire il contributo dei cristiani, e particolarmente dei cattolici, alla riaffermazione della civiltà europea e della storia civile europea come produttivi di valori non transeunti, che possono e debbono ispirare regole e linee di comportamento della futura Federazione Europea. Per sua natura, l’Europa può essere determinante nella formulazione di soluzioni che salvano, sì, il continente europeo, ma solo in quanto salvano preliminarmente i suoi vicini. Non si risolvono i guai propri se non si dà mano seriamente alla risoluzione dei problemi altrui.  

Tre relazioni ben strutturate – e altrettanto ben accompagnate dal presidente della Fondazione De Gasperi Angelino Alfano, che ha introdotto anch’egli visioni sui profili da curare, in special modo per arrivare a una proposta vincente in chiave pro-federale – sono state il regalo in termini di contenuti di notevole livello fatto dai relatori monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, Marco Bucci, presidente della Regione Liguria, e Antonio Tajani, ministro degli affari esteri e vicepresidente del consiglio, già presidente del Parlamento Europeo. È ovvio pensare che ciascuno avesse coscienziosamente preparato il proprio intervento; eppure il livello di interazione e di adattamento ai contenuti man mano emersi dagli altri relatori è stato rimarchevole. Ne è venuto fuori una somma di considerazioni che non mancherà di incidere sull’indirizzo che i delegati italiani assumeranno a Valencia. Le impostazioni dei tre relatori sono state molto diverse tra loro; ma alla fine sono risultate complementari. In definitiva, tutte e tre ottimiste. Di armi e riarmi non si è parlato. Di sviluppo pacifico sì. 

Monsignor Vincenzo Paglia ha insistito sulle cifre generali, ideali, cui ci si deve rifare per arrivare a una Europa benefattrice degli altri continenti: tradizione cristiana, personalismo (nel solco di Maritain, Mounier, Paronetto e…Montini), umanesimo, universalismo, riscossa della fratellanza, consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca e che è un assoluto nonsenso lottare per prevalere. Paglia ha lamentato che la catena di eventi recenti e recentissimi provocati dalle due guerre di Ucraina e di Gaza non abbia meritato ripetuti e forti pronunciamenti da parte delle Conferenze Episcopali europee. Che invece potrebbero rivestire un ruolo fondamentale.

Marco Bucci ha offerto un intervento molto tecnico sullo sviluppo economico in relazione alle reti infrastrutturali, specie della mobilità di persone e merci. Ogni tentativo di unificazione in direzione dell’integrazione delle reti – si pensi alla direttrice europea Rotterdam/Genova – produce immancabilmente effetti moltiplicativi.

Antonio Tajani ha offerto alla riflessione diverse linee di approfondimento. A suo giudizio, il dato culturale e di civiltà su cui ha insistito Paglia è un elemento di forza che andrà giocato al meglio. Il Congresso del Ppe dovrà metttere in campo una strategia di recupero del valore della tradizione cristiana agli effetti del futuro della libertà e della democrazia in Europa. Libertà e democrazia, di cui si constata un declino critico e culturale nella considerazione delle popolazioni, anche in seguito alla numerosità nella nascita di equivoci in materia di diritti fondamentali. La Federazione Europea può essere la salvezza per i diritti fondamentali in Europa, per far ritrovare ius e politeia. Che sono nati in Europa molti secoli fa. Tajani, soprattutto, ha accettato e fatto propria l’ipotesi di “Camaldoli Europea” lanciata da monsignor Paglia e avallata da Angelino Alfano.