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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Dibattito | Il ritorno al proporzionale per un centro nuovo nella politica italiana.

Serve comunque un’azione capace di ricomporre vari soggetti – partiti, associazioni, movimenti, gruppi e persone – interessati localmente a rivitalizzare il centro, ovvero un’area culturale, sociale e politica di ispirazione democratica, liberale e cristiano-sociale.

È lapalissiano constatare che, permanendo l’attuale legge elettorale del Rosatellum, il bipolarismo imperfetto continuerà a imperversare, rendendo assai ardua la possibilità di costruire il nuovo centro della politica italiana. Un progetto che per potersi realizzare necessiterebbe, alla luce della migliore storia della Repubblica, il ritorno alla legge proporzionale; quella voluta dai padri costituenti nel loro disegno ordinato di Repubblica parlamentare.

Ecco perché, se si intende perseguire il progetto di un nuovo centro della politica italiana, ampio e plurale, espressione della confluenza delle culture democratiche, popolari, liberali e riformiste, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e distinto dalla sinistra, ancora all’affannosa ricerca della propria identità, il primo impegno dovrebbe essere quello di battersi per il ritorno della legge elettorale proporzionale.

È ciò che da tempo si propone di fare il movimento Iniziativa Popolare, sostenendo il progetto di legge del comitato referendario per la rappresentanza, che mira alla raccolta di 50.000 firme online, necessarie per la presentazione di un progetto di legge di iniziativa popolare.

Falliti i tentativi al centro del duo Renzi-Calenda, per l’inconciliabilità personale prima ancora che politica tra i “due galletti del pollaio” – con Calenda vittima della sua idiosincrasia democristiana da “azionista de noantri” – qualcosa si sta muovendo nel mondo cattolico. Dopo Trieste, il movimento degli amministratori cattolici sta dando segnali positivi di impegno, anche con il sostegno di alcune importanti personalità del mondo ecclesiale.

Sul piano politico emergono due significative esperienze: quella degli amici che intendono costruire attorno a un nuovo federatore il progetto di ricomposizione, indicando per tale ruolo Ernesto Maria Ruffini, e quella di coloro che hanno attivato una sorta di patto federativo con Forza Italia, con l’obiettivo di concorrere alla costruzione della sezione italiana del Partito Popolare Europeo, seguendo la migliore tradizione democratico-cristiana.

Credo si debba prestare attenzione a tutto ciò che si sta muovendo, anche se, come scrivo da tempo, sarebbe meglio favorire un processo che, partendo dal basso aiutasse a ricomporre vari soggetti – partiti, associazioni, movimenti, gruppi e persone – interessati a rivitalizzare il centro, ovvero un’area culturale, sociale e politica di ispirazione democratica, liberale e cristiano-sociale. 

Un ottimo terreno di verifica saranno le prossime elezioni comunali, provinciali e regionali dove poter sperimentare questo processo di aggregazione. Si potrebbe così non solo consentire l’elezione di candidati nei consigli comunali, provinciali e regionali, ma anche avviare una selezione democratica di una nuova classe dirigente.

Bene, dunque, che a livello romano qualcosa si muova, ma resta essenziale che il progetto venisse favorito dalla base, nei diversi territori locali, sedi naturali dell’impegno sociale e politico dei cattolici.