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martedì, Febbraio 11, 2025
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Dibattito | L’unità prima della discesa in campo: appello alla Rete degli amministratori.

Ai cristiani impegnati in politica è chiesto oggi di essere diversi. Allora dobbiamo essere alternativi ai Soggetti ora sulla tolda di comando. Non bisogna ridursi a far da chierichetti a uno degli attuali schieramenti.  

È fresco l’annuncio che degli amministratori volenterosi intendono favorire la messa in campo nella palestra politica italiana di una nuova presenza di cristiani organizzati in Rete. Perché non sia l’ennesima iniziativa, e in questi ultimi trent’anni sono state davvero tante le prove poi svanite nella dimenticanza, serve partire con il piede giusto, perché la sola buona volontà non basta

Qualche domanda quindi può essere di aiuto a discernere e ad imboccare la giusta direzione di marcia.


Se come cristiani siamo chiamati ad impegnarci sul terreno della politica, a non far mancare il nostro apporto e la nostra testimonianza e a uscire dal cono d’ombra della irrilevanza in cui siamo confinati, la prima cosa da evitare è di essere fagocitati e annacquati da un mainstream che in questi trent’anni ci ha dato la desertificazione demografica, l’abbandono e la diserzione dal voto e dalla partecipazione, la marginalizzazione della presenza del divino nella quotidianità, una condizione economica e sociale bollata come chiaro declino, senza citare le emergenze sovranazionali quali la guerra sull’uscio di casa, il fallimento della onnipotenza liberale, la discesa in campo di “nuovi feudatari”, i drammatici problemi ambientali. E potremmo continuare.

Ci è chiesto quindi di ritornare ad essere Luce nel mondo, consapevoli portatori di una Cultura e di Valori che vanno considerate quanto meno alla pari delle altre Culture occidentali. E questo richiede non solo organizzazione ma soprattutto un Pensiero ed una Progettualità legata all’«oggi».

Ci è chiesto di essere diversi, soprattutto da quegli attori politici che ci hanno portato fino all’insostenibile quadro attuale. Diversi perché non vogliamo farci guidare dalla economia e dalla finanza; diversi perché portatori di un Modello di Sviluppo centrato sulla vita e non sull’egoismo individualista.

E per essere diversi, dobbiamo cartesianamente sapere che ci occorre pure essere alternativi ai Soggetti ora sulla tolda di comando. Ma sta nelle cose che per arrivare ad essere giocatori importanti della partita, la strada obbligata è coltivare l’obiettivo della Unità delle Esperienze cristianamente ispirate, la più ampia possibile, aperta a credenti e non. Se annualmente a gennaio la chiesa dedica una settimana di preghiera all’ Unita dei cristiani, perché non dobbiamo coltivare il sogno del ritorno all’unità delle Esperienze politiche cristianamente Ispirate.

E la Unità dovrebbe venire prima, sopra, davanti a qualsiasi altra questione, compreso il realismo di fare alleanze.

Se tutto si riducesse al creare le condizioni per avere un posto al sole, o peggio ancora, ad accettare di fare il ruolo dei chierichetti, come accaduto nell’ultimo trentennio, a qualcuno dei due schieramenti che ci hanno portato al preoccupante quadro, seppur sinteticamente, sopracitato, sarà una delle tante Esperienze miseramente fallite.

Raffaele Bonanni
Presidente della Fondazione Spaventa, già Segretario generale della Cisl.

Sergio Marini
Presidente della Fondazione Italia Sostenibile, già Presidente della Coldiretti.

Ivo Tarolli
Promotore di Piattaforma Popolare, in passato più volte parlamentare.