Gli Italiani mantengono sempre l’alta classifica per l’aspettativa di vita rispetto ai 36 paesi Ocse, ma se fino al 2008-2009 erano terzi dopo Giappone e Svizzera, negli ultimi anni sono stabili al quarto posto, con una leggera diminuzione del risultato che passa, mediamente, dagli 83,3 anni alla nascita del 2016 agli 83 negli anni successivi e in classifica è sempre primo il Giappone con 84,2 anni, seguito dalla Svizzera (83,6) e dalla Spagna (83,4).
Si tratta comunque di risultati eccellenti se si guarda in fondo alla classifica, chiusa dai 74,8 anni della Lettonia (quasi 10 anni di meno) e comunque con una media Ocse di 80,7 anni di speranza di vita alla nascita.
Il genere in questo caso fa la differenza: le donne hanno infatti una speranza di vita di 85,2 anni, mentre gli uomini si fermano a 80,8.
Per quanto riguarda invece la mortalità infantile, il dato medio Ocse è di 3,78 decessi per 1.000 nati vivi, ma l’Italia va meglio e con Spagna e Portogallo si ferma a 2,7 decessi, settimo posto dopo i 2 di Giappone e Finlandia, 2,1 della Slovenia, 2,3 di Norvegia ed Estonia e 2,4 della Svezia.
La classifica sul versante opposto è molto diversa e l’ultima in classifica è il Messico dove di decessi ogni 1.000 nati vivi se ne contano 12,3, seguito dalla Turchia con 9,2, dal Cile con 7 e poi troviamo gli Stati Uniti con 5,8 decessi e il Canada con 4,5, sempre ogni 1.000 nati vivi.