Roma, 10 mar. (askanews) – I groenlandesi voteranno domani per le elezioni legislative dove una delle poste in gioco sarà decidere quando rompere i legami con la Danimarca, attuale potere tutelare, senza cadere nelle mani di Donald Trump.
L’insistenza, talvolta minacciosa, del presidente americano a prendere possesso della Groenlandia ha dato impulso alle aspirazioni di indipendenza tra i 57.000 abitanti del territorio, molti dei quali affermano di non voler essere né danesi né americani, ma groenlandesi.
Il tema ha quindi avuto un posto importante nella campagna elettorale, tra temi come l’istruzione, gli affari sociali, la pesca (che rappresenta il 90% delle esportazioni dell’isola) e il turismo.
Quasi tutti i partiti politici vogliono che l’immenso territorio ghiacciato, 50 volte più grande della Danimarca ma 100 volte meno abitato, possa reggersi sulle proprie gambe.
Se il desiderio di indipendenza è ampiamente condiviso, i gruppi politici in lizza per i 31 seggi del Parlamento divergono sulla tempistica. Il partito nazionalista Naleraq (opposizione), molto visibile durante la campagna, chiede che il processo di indipendenza inizi rapidamente. Nelle precedenti elezioni del 2021, aveva ricevuto il 12% dei voti. Le due componenti della coalizione uscente, Inuit Ataqatigiit (IA, formazione verde-sinistra del primo ministro Mute Egede) e Siumut (partito socialdemocratico), sono generalmente sotto pressione, anche se possono esserci divisioni interne.
Per quanto riguarda le previsioni del voto in Groenlandia dove, i sondaggi sono rari, il partito Inuit Ataqatigiit e il partito Simiut potrebbero continuare a governare in coalizione, come avviene attualmente. Anche se Simiut, che ha promesso un voto sull’indipendenza dopo le elezioni, che potrebbe aiutarlo ad attirare più elettori, potrebbe arrivare primo e quindi scegliere il prossimo primo ministro. Un sondaggio realizzato a gennaio li dava rispettivamente 31% a 9%.
Colonizzata dai danesi più di tre secoli fa, l’isola artica ha ottenuto la sua autonomia nel 1979, ma le sfuggono ancora funzioni sovrane (affari esteri, difesa, ecc.). Con una legge del 2009, i groenlandesi possono avviare da soli il processo di indipendenza che prevede la negoziazione di un accordo con Copenaghen, che dovrà poi essere approvato con un referendum in Groenlandia e con un voto nel parlamento danese.