Donne, politica e pari opportunità

La percentuale delle donne nel mondo supera il 50% e anche in Italia le elettrici sono oltre il 51%

La polemica è stata inevitabile. Nella direziona nazionale del Pd il segretario Zingaretti aveva annunciato un new deal femminile e poi al governo ha mantenuto ministri solo uomini, annunciando il contentino di una squadra di sottosegretari tutta femminile. Effettivamente il numero è stato quasi rispettato ma la logica no: perché congedare Sandra Zampa dal Ministero della Salute, per lasciare tre uomini, nessuno del Pd, e il sostituto è un geometra? La competenza non è il titolo di studio ma conoscenza della materia, studiando dossier e interessandosi degli ambienti di contesto.

Il Ministro non deve essere un professionista della materia (non un medico alla sanità, perché non si tratta di gestire solo la medicina), perché è vertice della Amministrazione, si avvale dei tecnici e guida la burocrazia. Convinta come sono che partecipare al governo del Paese è sempre un grande onore e che una volta nominati se si vuole, e si è capaci, si riesce a lavorare in modo ‘visibile’ (perché di questo si tratta). Considero anche i ministeri senza portafoglio importanti. A me, per esempio, mi fosse offerta la possibilità di scegliere, avrei gradito il Ministero dei rapporti col Parlamento. È un ponte che favorisce il rapporto fra parlamentari e governo e può agevolare la messa all’ordine del giorno e quindi il dibattito di argomenti di interesse comune, senza mortificare l’iniziativa legislativa e di sindacato del parlamento.

Purtroppo nonostante le ‘quote’ (brutta parola quasi quanto rottamazione) hanno garantito percentuali ma non parità sia numerica che di posti qualitativi. Al governo, nelle aziende e negli enti le donne sono nominate, nelle liste sono cooptate: emergono poi le loro qualità ma comunque non avanzano autonomamente.

La percentuale delle donne nel mondo supera il 50% e anche in Italia le elettrici sono oltre il 51% ma in parlamento sono circa il 35% (rispettato di poco il 30% chiesto dalla legge). Senza una legge elettorale con preferenze le donne non possono emergere.
Per simboleggiare il nemico da abbattere si è ricorso ad una metafora affascinante, il tetto di cristallo. È stato certamente scalfito, anzi ci sono molte pericolanti crepe, ma non è ancora crollato.

Molti esempi fanno sognare e rafforzano impegno e speranze. Guardiamoci attorno. Gli esempi più recenti ci fanno vedere il mondo da un altro punto di vista. Kamala Harris è la prima donna vicepresidente degli USA, il Paese più potente e di antica democrazia eppure anche là è stato eletto prima un presidente nero piuttosto che una donna. Yellen e Lagarde vertici mondiali finanziari, Von der Leien e Merkel vertici politici europei, la nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala è la prima donna ai vertici del WTO e poi, leader dei paesi del nord Europa, sono donne. È stato registrato che dove governano le donne la pandemia è stata affrontata con maggior efficacia. Nei CdA delle Società per Azioni, secondo le più importanti agenzie di rating, dove le donne sono presidenti o consigliere in numero significativo, i risultati economici sono più performanti.

In realtà l’efficienza, la operosità e i risultati anche domestici, da sempre, confermano essere de donne ‘multitasking’ ma è tempo di una maggiore consapevolezza per tutti. Se metà della società è esclusa dalla formazione più alta e dalle diverse occasioni di lavoro, lo sviluppo del Paese è menomato e ridotto. Oggi sembra che tutto, anche il superamento del gap di genere, sia affidato ai finanziamenti del Recovery fund. La questione viene da lontano ed è cronica.

Nei primi due mesi di quest’anno ci siamo addolorati e indignati per ben 13 femminicidi. Tocca agli uomini ribellarsi, reagiscano. Si indeboliscono anche loro se non diventa una ‘vertenza’ culturale generalizzata la condanna della violenza. Incomincia dalla educazione familiare e scolare.

Con la Legge Balestracci del 1981, la riforma della Polizia di Stato, si stabilì il principio di parità, ma la prefetta Maria Luisa Pellizzari è stata nominata Vice Capo della Polizia dopo 39 anni da quella norma! (a quando Capo?)

L’acceso al lavoro e allo sviluppo delle carriere delle donne hanno bisogno del sostegno con strutture sociali. Con la legge Mosca si è introdotto nei CdA delle Società per Azioni il 30% di donne. Nella società tuttavia mancano servizi di integrazione al lavoro femminile: solo il 12% dei bambini possono usufruire dei nidi e non godono del tempo pieno l’80% dei ragazzi. E al sud le differenze di genere sono più accentuate. Le donne non sono una categoria ma soggetto svantaggiato per oltre il 50% della popolazione mondiale. Per loro si tratta del riconoscimento di diritti e non concessioni, per cui si evidenzia quanto la politica non faccia seguire ai proclami le scelte conseguenti.

In Italia, considerando il presente, sembra che una donna primo ministro, e ancor più presidente della repubblica, è al di là da venire.
In Parlamento non emergono figure leader femminili e si registra una certa impreparazione culturale. Purtroppo la rottamazione ha annullato competenze acquisite con un lungo tirocinio e donne dal curriculum di lungo corso sono in pensione e con vitalizi tagliati… è un bel traguardo per le donne impegnate in politica. Che esempio possono offrire alle giovani, nuove e vitali generazioni di donne esperte di conoscenze anche internazionali?
Non basta Draghi a rifare la faccia ai partiti che trascinano nel disonore la politica. In squadra sono state indicate e quindi nominate persone che si sono denigrate a vicenda e che addirittura espressero disprezzo per Draghi (nobiltà dell’uomo). Una grande conversione per un posto; chiedano scusa in pubblico dimostrando ravvedimento e così dando un buon esempio per ciò che non si fa, ne’ si dice. In politica come nella vita la ruota gira e non è bello doversi contraddirsi o vergognarsi (a meno che manchi anche la capacità di vergognarsi).

Un bel tacere non fu mai scritto, motto non di Dante ma di mia nonna!