Roma, 25 ott. (askanews) – L’esercito statunitense ha iniziato a far volare droni di sorveglianza sulla Striscia di Gaza, hanno riferito al New York Times funzionari militari israeliani e statunitensi.
Questi droni servono a garantire che Israele e Hamas rispettino l’accordo di cessate il fuoco a Gaza, con il consenso di Israele, secondo due funzionari militari israeliani e un funzionario del Dipartimento della Difesa Usa, citati dal quotidiano, senza specificare i piani di volo. L’esercito statunitense ha già fatto volare droni su Gaza per aiutare a localizzare gli ostaggi, ma questi voli lasciano intendere che Washington ora vuole una propria valutazione della situazione sul campo, indipendente da Israele.
I tre funzionari hanno aggiunto che queste missioni vengono svolte nell’ambito del Centro di Coordinamento Militare-Civile (CMCC), creato la scorsa settimana dal Comando Centrale dell’esercito statunitense, anche per monitorare il cessate il fuoco. Venerdì, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha visitato il centro.
Intanto anche i primi diplomatici e militari italiani stanno prendendo parte ai lavori del Civil Military Coordination Committee (CMCC), la struttura creata in Israele su iniziativa americana per coordinare le fasi di stabilizzazione e ricostruzione della Striscia di Gaza, secondo quanto riferiscono fonti informate. Il comando, con sede a Kiryat Gat, vicino ad Ashdod, è in questa fase a prevalente composizione militare. Nelle ultime ore sarebbe arrivato un generale italiano con un proprio staff per contribuire alla pianificazione iniziale.
Diplomatici dell’ambasciata d’Italia a Tel Aviv e del Consolato a Gerusalemme risultano già attivi nella struttura, che vede anche la partecipazione di altri Paesi partner. Gli Stati Uniti hanno chiesto ai governi alleati di rafforzare la presenza civile e diplomatica nel CMCC per affrontare, oltre alle questioni di sicurezza, le emergenze che porrà la gestione di Gaza nei prossimi mesi.
Nel frattempo si è conclusa in Giordania la prima missione del coordinatore per Gaza, l’ambasciatore Bruno Archi, insieme a un gruppo di funzionari di diversi ministeri. Il lavoro proseguirà a Roma per definire, in raccordo con le agenzie italiane e con le istituzioni europee, gli interventi e il calendario delle operazioni da intraprendere.

