Eppure, visto a quale punto siamo arrivati, una legge che inibisca le violenze e i pregiudizi serve assolutamente. Il Ddl Zan non dovrebbe suscitare allarmi, neppure per la Chiesa.

 Non ci possiamo rassegnare a disquisire asetticamente sulle tante forme di discriminazione che rientrano in uno scenario di ordinaria e impietosa trasgressione del codice di umanità. Dobbiamo rompere il velo di falsa prudenza e guardare in faccia la realtà, per cambiare il corso delle cose.

 

Pierluigi Moriconi

 

Il dibattito sul ddl Zan occupa, dopo la “nota verbale” della Santa Sede, tanta parte della politica e dei media. Un gran discettare giuridico, etico e quant’altro, anche a riguardo, ovviamente, dei rapporti fra due Stati. Mentre tutto ciò si sviluppa, si pone, ai cittadini, il problema di come ne usciremo. C’è ancora la volontà di tutelare chi subisce discriminazioni anche violente o si cerca di “buttarla in caciara”?

 

Arrivano notizie, dalla costa occidentale dell’Atlantico e precisamente dal Canada, delle orribili “fosse comuni” con, a questo punto, migliaia di bambini nativi fatti morire o uccisi direttamente. Orrendo crimine di discriminazione. Crimine che si aggiunge ad altri crimini della stessa natura che la storia ci ha disvelato. Tendo l’orecchio per ascoltare voci e pensieri, dibattiti su questo ennesimo genocidio.

 

Si avverte solo il tramestio intorno al ddl Zan, si affilano i ragionamenti linguistici e giuridici. Si cavilla sulle interpretazioni, sulle eventuali ingiustizie che potrebbe ricevere chi straparlasse di persone che sono diverse e che ricevono ignobili ingiustizie e violenze continuamente. Si parla di libertà di opinione e di espressione che, anche involontariamente, potrebbero anzi possono creare “mentalità” e “ambiente favorevole” alle discriminazioni.

 

Se il ddl Zan servirà a dire un potente basta ad altre discriminazioni, ingiustizie, violenze e a creare una cultura della persona più rispettosa e accogliente, ben venga. Anche se non dovesse essere perfetta… ormai serve una tirata di freni senza precedenti. E chi dovesse essere perplesso ed esternare dubbi, pensi a quanta ingiustizia, fino ad oggi, è stata perpetrata. Pensi a cosa può arrivare la discriminazione, pensi a quelle e alle tante “fosse comuni” che ci fanno inorridire, ma a posteriori… e poi mica così tanto.

 

Il Parlamento faccia il suo dovere senza titubanze e converta in legge il decreto Zan, prima che sia troppo tardi. E anche la Chiesa faccia un passo indietro… in nome di quelle “fosse”.