Roma, 21 feb. (askanews) – A febbraio il crollo dell’attività nel settore dei servizi della Francia – il più acuto dall’ottobre del 2023 – ha controbilanciato in negativo i tentativi di miglioramento del manifatturiero della Germania – che pur restando in contrazione ha mostrato i dati migliori da 2 anni a questa parte – e in questo modo, complessivamente, il livello di attività delle imprese nella zona euro è rimasto invariato a valori marginalmente positivi. A 50,2 punti, l’indice Pmi sull’area euro si è attestato appena al di sopra della soglia di neutralità, pari a 50 punti.
Secondo S&P Global il Purchasing Managers Index relativo al terziario dell’area euro è calato a 50,7 punti, da 51,3 gennaio. L’indice Pmi sul manifatturiero è invece risalito a 47,3 punti; dai 46,6 gennaio.
Come accade mensilmente dallo scorso ottobre, il tasso di inflazione dei prezzi d’acquisto è accelerato, il rialzo continua ad essere guidato dal terziario, prosegue S&P con un comunicato. Anche l’inflazione dei prezzi di vendita di febbraio è a sua volta accelerata segnando il valore più alto in dieci mesi.
“Mancano solo due settimane alla riunione della Bce ma arrivano già brutte notizie sul fronte dei prezzi”, rileva Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank. Al tempo stesso, però “il settore dei servizi sta mostrando nuovi segnali di debolezza. Questo si accompagna ad un calo dei nuovi ordini e alla riduzione più rapida del lavoro inevaso. La produzione economica nella zona euro si sta muovendo a malapena. La recessione un po’ più mite nel settore manifatturiero è appena compensata dalla crescita quasi impercettibile del settore dei servizi”.