Genova, 1 dic. (askanews) – A Genova nuova giornata di mobilitazione dei lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano dopo l’incontro di venerdì scorso con il governo, il cui esito è stato considerato deludente dai sindacati.
Al termine di una partecipata assemblea, nello stabilimento genovese è stato indetto uno sciopero immediato e i lavoratori sono scesi in piazza con i mezzi da lavoro dando vita ad un corteo che ha raggiunto piazza Savio, snodo cruciale della viabilità nel ponente cittadino, dove è stato allestito un presidio permanente con tende e ruspe per bloccare il traffico ad oltranza. Nel mirino dei lavoratori è finito soprattutto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. In piazza Savio è stato infatti affisso un lungo striscione rosso con scritto “Urso bugiardo patentato”.
“Oggi i lavoratori dell’Ilva di Genova – spiega Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Genova – riprendono la lotta esattamente dove l’avevano lasciata. L’incontro di venerdì è andato molto male. Di fatto non c’è la riapertura degli impianti del Nord e continua ad esserci la prospettiva di una fermata degli impianti di Genova, Novi e Racconigi. I lavoratori di Genova non sono disponibili ad accettarlo e oggi tornano in lotta”.
“La richiesta per quanto riguarda i lavoratori – aggiunge il segretario genovese della Fiom Cgil – è molto chiara, ovvero il ritiro del piano corto, cioè il fatto che Taranto produca poco e quel poco non venga mandato agli impianti del Nord per essere lavorato. Nel concreto per Genova chiediamo 200 mila tonnellate di acciaio per tenere aperte le linee di zincatura. Questa è una richiesta chiara e i lavoratori sono disponibili a continuare a lottare fino a che non ci saranno risposte concrete”.

