Un miliardo e duecento milioni di euro. È quanto gli italiani spendono in più ogni anno per avere in casa un farmaco conosciuto in luogo di uno equivalente (ma non pubblicizzato). Proprio così. In questa riluttanza ai generici siamo i primi in Europa.

Le belle parole sul fatto che si tratti di farmaci in tutto e per tutto identici a quelli sostenuti da lauti budget promozionali servono a nulla. Testardi come muli fingiamo di non capire che l’abitudine è più forte del raziocinio. Acquistiamo ciò che è noto in quanto percepito come più sicuro per la nostra salute. Questione di marca, di “brand”.

L’aspetto curioso è che la diffidenza nei confronti dei farmaci generici si concentra maggiormente nelle regioni del Sud, tradizionalmente in difficoltà economiche rispetto alle aree ricche della Penisola. Un paradosso che mette in evidenza asimmetrie informative e comportamenti disomogenei a livello nazionale. Finendo per scavare un ulteriore fossato tra le due Italie.