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martedì, Febbraio 11, 2025
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Fed, Powell si impegna a non emettere una valuta digitale (Cbdc)

Roma, 11 feb. (askanews) – Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell si è impegnato a non lavorare per tutto il suo mandato alla creazione di una valuta digitale della banca centrale (Cbdc): niente dollaro digitale dalla Fed, quindi. Powell ha infatti risposto in maniera affermativa (con un “sì”) a chi, durante l’audizione semestrale al Congresso Usa – l’esponente repubblicano Bernie Moreno – gli chiedeva di impegnarsi affinché l’istituzione non proceda alla emissione di una valuta digitale, “come invece stanno facendo in Cina e altrove”, ha aggiunto il parlamentare.

Poco dopo l’insediamento, il presidente Usa, Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che vieta alla Fed e a tutte le agenzie federali di effettuare qualsivoglia attività verso la creazione di una valuta digitale della banca centrale. Trump invece vuole puntare a fare degli Usa il polo globale di criptoattività e stablecoin.

Molti esponenti dei repubblicani Usa, che ora hanno la maggioranza al Congresso, sono ostili alle ipotesi di Cbdc. Specialmente coloro che appartenengono all’ala più vicina a Trump (Maga) ritengono che le valute digitali delle banche centrali presentino il rischio di diventare strumenti di controllo sociale sulle popolazioni nelle mani dei governi.

Invece nell’area euro la Bce sta portando avanti da anni i preparativi per l’eventuale emissione di un euro digitale, su cui la decisione non è stata ancora presa. Ieri, intervenendo al Parlamento europeo, la presidente Christine Lagarde ha ribadito di essere favorevole alla creazione di un euro digitale, che anzi ritiene necessario per preservare la sovranità Ue nel quadro di cambiamenti in corso dell’economia globale, in particolare sulle transazioni elettroniche.

Oggi proprio su questo tema il Parlamento Ue ha approvato una risoluzione con una serie di raccomandazioni alla Bce. In uno dei punti chiede che l’eventuale decisione di emettere l’euro digitale “non sia adottata esclusivamente dal Consiglio direttivo della Bce” ma che sia, “in ultima analisi una decisione politica che deve essere adottata dai colegislatori dell’Ue – recita il documento – dato il profondo impatto potenziale di tale decisione su un’ampia gamma di settori dell’Ue, tra cui la vita privata, la protezione dei consumatori, la stabilità finanziaria, la politica finanziaria e altri settori che esulano dallo stretto ambito di competenze della politica monetaria”. (di Roberto Vozzi). (fonte immagine: United States Senate).